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ACQUA TOUR: ANBI E SINDACATI UNITI NEL CHIEDERE INVESTIMENTI PER LA TUTELA E LA PROMOZIONE DEL TERRITORIO. A RISCHIO CENTINAIA DI MILIONI STANZIATI DALL’UNIONE EUROPEA

Pubblicato il 18/06/2018

"C'è un fiume di denari stanziati dall'Unione Europea e che rischiamo di dover restituire, perché l'apertura dei cantieri per la realizzazione di opere, i cui progetti sono esecutivi e definitivi, è bloccata dalle pastoie burocratiche. Considerati i tempi tecnici necessari agli adempimenti ed alla realizzazione dei lavori, è forte il pericolo di non riuscire a rispettare la scadenza del 2023 per la rendicontazione come indicato dagli organi comunitari. Si tratta di 300 milioni di euro, destinati ad interventi per l'irrigazione e per la sistemazione del territorio e poi di altri 300, per gli stessi obbiettivi, ma per i quali da mesi è attesa l'uscita dei bandi."

A lanciare il preoccupato allarme è stato Francesco Vincenzi, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto, a Torino, al convegno "Il contributo dell'irrigazione perla competitività delle imprese agricole nel contesto della PAC 2014-2020", azione cofinanziata dalla Commissione Europea nell'ambito dell' "Acqua Tour 2018" organizzato congiuntamente con i sindacati FLAI-CGIL, FAI CISL, FILBI-UIL. "Quest'anno – ha proseguito il Presidente di ANBI – i bacini sono colmi d'acqua, ma rappresentano la capacità di trattenere solo l'11% delle piogge cadute; è evidente la necessità di un Piano Nazionale Invasi, perchè dalla disponibilità irrigua dipende l'84% di quel made in Italy agroalimentare, che rappresenta 40 miliardi di export, componente fondamentale dei 267 miliardi di valore complessivo della produzione agroalimentare, dove trovano occupazione 3.300.000 persone." "Bisogna investire in formazione e per l'avvio del Piano Nazionale Invasi – gli ha fatto eco Sara Palazzoli, Segretaria Nazionale di FLAI Cgil – I Consorzi di bonifica rappresentano il futuro di un'economia, che porti lavoro attraverso la promozione di risorse quali l'acqua, il territorio e l'agroalimentare." "Non ci può essere sviluppo senza investimenti per il territorio e l'agroalimentare – ha insistito Gabriele De Gasperis, Segretario Generale di FILBI Uil – Poi servono, però, anche le risorse per gestire e mantenere quanto realizzato e Consorzi di bonifica, nonché mondo agricolo, ne devono essere i terminali. Per questo ANBI ed Organizzazioni Professionali Agricole, unitamente ai Sindacati, devono lavorare assieme per condividere proposte comuni da presentare alla politica per tutelare l'occupazione, il lavoro e il ruolo dei Consorzi. In questo senso una prima un'importante occasione di confronto sarà il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del settore Bonifica." "Senza i Consorzi di bonifica – ha aggiunto Stefano Faiotto, Segretario Nazionale di FAI-Cisl – non esisterebbero buona parte del caratteristico panorama italiano, né eccellenze come quella del riso. Tali enti consortili sono espressione di agricoltura e territorio e vi operano lavoratori di straordinaria competenza." "Non si deve mai dare nulla per scontato. Per questo – ha proposto Giorgio Ferrero, Assessore all'Agricoltura del Piemonte – propongo che proprio da questa regione parta un documento per ribadire che lo sviluppo economico deve essere compatibile con la conservazione delle risorse naturali, ad iniziare da quelle idriche." Ai lavori del simposio di Torino sono intervenuti anche i Presidenti di ANBI Piemonte, Vittorio Viora, e di ANBI Valle d'Aosta, Giorgio Lale Murix, così come Oliviero Alotto, Fiduciario Slow Food di Torino, che ha evidenziato, in particolare, le potenzialità di fruizione turistica "dolce" della rete idraulica del Paese. "Nel turismo ciclabile- ha esemplificato – per 1 euro investito se ne ricavano 70!" "Qualità agroalimentare e salvaguardia idrogeologica concorrono a quel bene territorio, invidiatoci nel mondo; eppure – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – manca ancora una Legge nazionale contro l'eccessivo consumo di suolo dove, invece, hanno già legiferato, in maniera autonoma, alcune Regioni. L'obbiettivo del nostro impegno – ha concluso Gargano – è di contribuire, attraverso un nuovo modello di sviluppo, ad avvicinare le due Italie, rendendo più corto il divario fra Nord e Sud del Paese."

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