"Mitigazione del rischio idrogeologico e valorizzazione paesaggistica dei fiumi delle Marche": si è parlato di questo tema di estrema attualità nel convegno organizzato dall'Università di Camerino e dal Consorzio di bonifica delle Marche per presentare lo studio, che analizza l'area compresa tra il fiume Tenna e il Misa. Il lavoro, coordinato da Massimo Sargolini, docente all' Unicam, ha permesso di delineare lo stato e le criticità del reticolo idrografico marchigiano, nonchè di fornire un'adeguata documentazione sugli scenari e le tipologie di risposte progettuali.
In particolare, sono stati individuati i corsi d'acqua, che presentano le maggiori criticità, valutate per stilare una classifica delle priorità. Si è proceduto infine a definire le diverse tipologie di risposte progettuali, in grado di contemperare la riduzione del rischio idrogeologico e la valorizzazione paesaggistica dei corsi d'acqua. Un lavoro attento , suddiviso in fasi specifiche.
"La prima fase è quella della metodologia della conoscenza – spiega il presidente del Consorzio di bonifica, Claudio Netti - Abbiamo illustrato il lavoro fatto dall'Università di Camerino, cui si è affiancata anche l'Università di Urbino, per continuare il ragionamento su tutte le Marche. Nella seconda fase, il Consorzio ha lavorato per dare il metodo, cioè guardare il fiume in modo unitario: idraulica, ma anche paesaggio. La terza fase è costruire progetti, che siano legati ad una fattibilità economicamente sostenibile. Siamo molto soddisfatti di questo lavoro, che ci impegnamo a completare prima possibile. Pensiamo di aver fatto capire, nei fatti, che la dimensione ampia, se adeguatamente gestita con le tecnologie esistenti, è un valore e non un limite. E' inimmaginabile oggi che si impieghino 8 anni e mezzo per l'esecuzione di un'opera semplice."
"Essendo la nostra una struttura più snella e meno burocratica, con qualche risorsa a disposizione – sottolinea Michele Maiani, presidente dell'assemblea del Consorzio – ci ha permesso di dare il nostro contributo per costruire una serie di soluzioni capaci di attrarre risorse. La start up, che abbiamo creato è formata da giovani bravi e competenti: questo potrà produrre quel pacchetto di progetti, candidabile per essere finanziato."
"E' necessario che si formi una comunità di cittadini, professionisti e istituzioni, che metta al centro il dissesto idrogeologico – ha ribadito Mauro Grassi, responsabile della Struttura di Missione #italiasicura- perché troppo spesso nell'agenda dei governi è al centro solo il giorno dopo un evento disastroso."
"Il progetto presentato dall'Università di Camerino e dal Consorzio di bonifica è importante – rimarca l'assessore regionale, Angelo Sciappichetti – perché fotografa la situazione esistente nelle Marche, da nord a sud: è una mappatura del territorio e segnala le criticità con occhio scientifico, esortandoci a spendersi sul territorio per passare ad una cultura della prevenzione, che fino ad ora non c'è mai stata."
"E' doveroso ringraziare il lavoro svolto dal Consorzio di bonifica – conclude il governatore della Regione, Luca Ceriscioli – che ha fatto un grandissimo salto di qualità nel modo di operare ed è arrivato ad avere piani, che sembravano pochi anni fa un sogno e sui quali si possono innescare tanti piccoli lavori, che costituiscono un grande cantiere. Una bella sintesi tra giovani tecnici delle start up e le migliori tradizioni del territorio, dentro un quadro di progettualità alta. Così si trasforma il problema del dissesto in un'opportunità di lavoro, in un'azione virtuosa."