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PIANO DI BONIFICA REGIONALE: FIRMATO ACCORDO UNIVERSITA’ - Cdb MARCHE

Pubblicato il 15/11/2016

Quanta acqua può cadere sulle colline? Quali sono le aree a rischio allagamento? E i ponti e le case da mettere in sicurezza? Per disegnare una "mappa" delle criticità esistenti, il Consorzio di bonifica delle Marche, l'Università di Urbino e l'Università di Camerino hanno siglato una convenzione, con cui si affida, ai tecnici e ai ricercatori dei due atenei, uno studio sul dissesto idrogeologico: analizzerà i rischi delle piene attese ogni 50, 100, 200 anni, nonchè le criticità di case, strutture e paesaggio; tutto ciò dovrà portare alla redazione del Piano di bonifica regionale e alla progettazione di opere di mitigazione del rischio.

"Entro l'estate 2017 le due università termineranno le loro ricerche – promette il presidente del Consorzio di bonifica, Claudio Netti, che ha affidato l'incarico agli atenei – Avremo così la mappatura delle criticità esistenti dopodiche si procederà alla progettazione delle opere. Finalmente completeremo lo studio idraulico sulla parte di territorio ancora mancante - puntualizza Netti – e grazie all'Università di Urbino potremo conoscere la situazione lungo i fiumi Foglia, Metauro Cesano, mentre Unicam proseguirà l'indagine sui fiumi Aso, Tesino e Tronto."

All'incontro, oltre al presidente dell'ente consorziale, erano presenti l'assessore all'ambiente della Regione Marche, Angelo Sciapichetti, il rettore dell'Università di Urbino, Vilberto Stocchi e il prorettore dell'Università di Camerino, Andrea Spaterna.

"L'attività del Consorzio di bonifica – afferma Sciapichetti – è fondamentale per rafforzare la messa in sicurezza del territorio marchigiano, uno dei più esposti al rischio idrogeologico nel panorama nazionale. Il patrimonio conoscitivo che queste convenzioni ci daranno è di grande rilievo per fornire risposte concrete alle necessità del territorio."

 "Con questi studi – gli fa eco Netti – punteremo l'attenzione sulle precipitazioni eccezionali e sui loro effetti, sulla sicurezza dei ponti e delle infrastrutture pubbliche, sulle abitazioni private. Bonifica oggi assume un significato diverso rispetto al passato, riguardando la salubrità ambientale a 360 gradi."

Un ruolo fondamentale lo giocano l'Università di Camerino (ha già avviato in passato lo studio sulle aste fluviali dell'Esino, del Tenna, del Potenza e del Chienti) e l'Università di Urbino (curerà lo studio sui fiumi a Nord delle Marche). Al termine delle attività si avrà un quadro regionale completo.

"Le università – dichiara Stocchi – sono sempre più strumenti scientifici al servizio del territorio, in cui sono inserite. Grazie alla collaborazione con il Consorzio di bonifica e la Regione Marche possiamo individuare le aree in pericolo e promuovere le azioni per ridurre i rischi causati da precipitazioni abbondanti. Non è vero che non si può fare nulla."

"Unicam –evidenzia il prorettore, Spaterna - coordina 41 comuni, tre unioni montane e una fondazione bancaria nell'ambito della Consulta Permanente per lo Sviluppo. Dalle puntuali segnalazioni dei sindaci, abbiamo fatto sopralluoghi e verifiche sulle aste fluviali principali dell'area. Ne è nato un progetto la cui validità è stata riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente, dalla Regione e dal Consorzio di bonifica e che ora, con queste convenzioni, può essere esteso a tutte le Marche."

"Tutto ciò non sarebbe stato possibile se la Regione Marche non avesse creduto in noi – conclude Netti - e ringrazio l'assessore Sciapichetti, nonché il presidente Ceriscioli, per questa apertura di credito, che tocca a noi onorare al servizio del territorio e dei soggetti istituzionali."

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