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CALDO: L’ITALIA È A SECCO ED IL PO SCENDE A -3,23 METRI

Pubblicato il 07/07/2017

Il livello idrometrico del fiume Po è sceso 3,23 metri sotto lo zero idrometrico, mezzo metro piu' basso rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dopo un mese di giugno, in cui le precipitazioni sono risultate in calo del 25,6% e il caldo ha aggravato la siccità nei campi e alimentato gli incendi. Lo stato del piu' grande fiume italiano è rappresentativo della crisi idrica del Paese, anche perchè dal bacino idrico del Po dipende il 35% della produzione agricola nazionale.
Lungo la Penisola, con il grande caldo, gli agricoltori sono già dovuti ricorrere all'irrigazione di soccorso per salvare le coltivazioni, ma anche il fieno per l'alimentazione degli animali. Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte, sottolinea Coldiretti, per promuovere l'uso razionale dell'acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l'innovazione con colture meno idroesigenti. Ma non deve essere dimenticato che l'acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli, senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell'intero settore alimentare.
Di fronte alla tropicalizzazione del clima, sostiene Coldiretti, se si vuole continuare a mantenere l'agricoltura di qualità, bisogna organizzarsi per raccogliere l'acqua nei periodi più piovosi con interventi strutturali, che non possono essere più rimandati. Occorrono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, creando bacini aziendali, utilizzando le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere l'acqua piovana.

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