Duecento milioni di euro di danni per le colture agricole, annientate dalla siccità e dal caldo: una cifra importante, che senza gli interventi straordinari attuati dai consorzi di bonifica poteva crescere in modo esponenziale, con risvolti economici ancora più devastanti per l'agricoltura toscana, soprattutto in Valdicornia, dove il pomodoro da industria, fiore all'occhiello dell'agricoltura locale, ha rischiato di essere completamente compromesso e, nella zona di Massaciuccoli, dove il divieto di attingimento dal lago ha messo in serio pericolo i 500 ettari coltivati ad ortive, mais e girasole. I progetti ideati e realizzati dal sistema della bonifica hanno lanciato una ciambella di salvataggio all'agricoltura irrigua toscana che, fino ad ottobre, necessita di acqua. Restano e sono pesanti i danni causati da una stagione rovente alle altre colture di prestigio della regione.
D'altra parte la siccità, che diventa un fenomeno ormai ricorrente, a causa dei profondi e radicali mutamenti climatici in atto, impone di agire anche sul fronte della prevenzione oltre che per tamponare le emergenze. Con questa convinzione i consorzi di bonifica toscani stanno mettendo a punto un piano d'attacco, che spazia dal potenziamento degli invasi alla realizzazione o al recupero e manutenzione delle infrastrutture per la distribuzione dell'acqua fino all'adozione di interventi utili per garantire un uso intelligente, razionale, oculato della risorsa. Una strategia a 360 gradi per intervenire su tutta la filiera con opere anche strutturali, ma di impatto minimo sull'ambiente, realizzabili a costi contenuti e capaci di dare risposte concrete all'agricoltura per mettere la Toscana al riparo dalla "grande sete" che, ciclicamente e in modo sempre più frequente, la colpisce, rischiando di mettere in ginocchio le imprese agricole e di azzerare i raccolti.
"I nostri enti rivestono un ruolo fondamentale anche in materia di approvvigionamento idrico –commenta Marco Bottino, presidente di ANBI Toscana -. Anche in tempo di siccità i consorzi di bonifica sono pienamente operativi: quest'anno in particolare stanno lavorando a pieno ritmo per fronteggiare l'emergenza e dare risposte all'agricoltura sia attraverso un lavoro di prevenzione, sia non facendosi trovare impreparati di fronte agli imprevisti."
Il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord ha avviato progetti strutturali importanti. Il primo, nella pianura lucchese (coltivazione di ortive, floricoltura e vivaismo), dove è previsto l'ammodernamento delle reti irrigue dei canali demaniali per un investimento di circa 7,6 milioni di euro; il secondo in Lunigiana, dove il Consorzio ha ipotizzato il completo recupero di cinque vecchi impianti con progetti immediatamente cantierabili da realizzare anche in step pluriennali, capaci di restituire piena funzionalità al sistema di distribuzione dell'acqua, da cui dipende l'agricoltura del territorio. Con un investimento di oltre 11 milioni di euro saranno sistemati 127 chilometri di condotte, che forniscono l'irrigazione a oltre 1.600 operatori agricoli.
Il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, cui compete la gestione di Montedoglio per l'uso irriguo, riconosce all'invaso un ruolo strategico per la vita e l'economia dei distretti, dove l'ente assicura già la distribuzione dell'acqua. L'obiettivo è riuscire ad ampliare l'utilizzo della risorsa in altri distretti e favorire la ripresa di una politica dell'irrigazione, oggi sottoutilizzata in Valdichiana,, anche a fronte del raddoppio della capacità dell'invaso, pianificata dalla Regione Toscana con interventi per 4 milioni di euro e la realizzazione di 22 pozzi. Per la distribuzione dell'acqua l'ente si avvale di un sistema tecnologico digitale all'avanguardia, basato sul telecontrollo, che consente di monitorare attraverso smartphone, pc, tablet il funzionamento della rete e i prelievi irrigui, nonché di comandare a distanza le valvole sezionatrici delle condotte principali.
Nei comprensori dei Consorzi di bonifica 3 Medio e 4 Basso Valdarno i fiumi e le reti di bonifica sono quasi tutti a secco.
Il Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa da mesi si è attivato per mettere in campo tutti i possibili percorsi, anche di medio-lungo periodo, finalizzati a sostenere le aziende agricole nell'affrontare la siccità che ha colpito duro soprattutto la Val di Cornia, dove insiste la maggior parte delle colture irrigue. Con 100.000 euro il Consorzio Toscana Costa ha realizzato un impianto per il recupero dei reflui per l'irrigazione, in grado di alimentare l'acquedotto irriguo per dare un aiuto alla coltura del pomodoro in Val di Cornia, prodotto trainate dell'economia locale. L'opera, di cui il Consorzio ha curato tutte le fasi procedurali, dalla redazione del progetto al collaudo, è stata la prima mossa strategica in un'area, dove l'ente sta pianificando altri interventi; allo studio ci sono infatti idee per migliorare il servizio di fornitura dell'acqua a una superficie irrigua di quasi 700 ettari, coltivata prevalentemente ad ortive (pomodoro, melone, anguria, zucchine, carciofi) e dove oggi si invasano poco più di 500.000 metri cubi d'acqua.
La Maremma, dove i pozzi sono ormai a secco da settimane, è davvero in crisi. Davanti a un territorio assetato, è d'obbligo gestire al meglio la risorsa acqua. Parte da questa urgenza il lavoro svolto dal Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud che, oltre a garantire un minimo di irrigazione ai terreni serviti direttamente, ha scelto di impegnarsi a fondo sul fronte della prevenzione, mettendo a punto progetti, che consentono di invasare l'acqua con opere a basso impatto ambientale per distribuirla in modo efficiente ed utilizzarla in modo sempre più razionale. Rientra in questa strategia la creazione di depositi multifunzionali come quello studiato sul torrente Gretano, in località Poggio Martino, dove, con un investimento di 25 milioni di euro, l'idea è di realizzare un invaso di quasi 3 milioni di metri cubi: una riserva di acqua preziosa per l'irrigazione e l'agricoltura dell'area, ma non solo. L'acqua sarà infatti a disposizione anche per produrre energia idroelettrica, per i consumi potabili e per contrastare gli incendi. A questo si aggiunge l'importante ruolo, che l'opera può giocare nella riduzione del rischio idraulico attraverso la laminazione delle piene.
Stessa finalità ha l'invaso, a scopo multiplo, previsto nel Diversivo a Grosseto: 4.500.000 euro di progetto per "dissetare" 600 ettari di coltivazioni e mettere a disposizione della collettività 150.000 metri cubi di acqua, con la creazione di un laghetto dentro l'alveo al canale, in località Cernaia. L'intervento ha valenza ambientale per la difesa dal cuneo salino; storica, perché porta al recupero di un manufatto idraulico di valore; agricola, perché dà una risposta irrigua importante. Di più: è rilevante dal punto di vista ambientale, perché sarà in grado di svolgere una funzione antincendio e di laminazione delle piene. Il Consorzio, per battere la siccità inoltre gioca un'altra carta importante: la realizzazione di sbarramenti mobili, di contenuto impatto ambientale, poco costosi ed esportabili su tutti i canali per trattenere l'acqua come quello previsto nel canale essiccatore principale dell'Alberese, in località La Barca a Grosseto. Con poco più di un milione e centomila euro di investimento, potrebbe nascere un invaso da 200.000 metri cubi, al servizio di oltre 1.000 ettari di terreno agricolo. La proposta progettuale è a supporto della realizzazione di una nuova infrastruttura irrigua del tipo "a cadente naturale", costituita da una rete di canali a cielo aperto..
Rientra nel piano anti siccità e rappresenta un valido strumento per contrastare il fenomeno della salinizzazione dei terreni e delle falde, la realizzazione del nuovo impianto di irrigazione di Cernaia nel comune di Grosseto, dove, con 1.260.000 euro, si possono coprire le esigenze di un comprensorio irriguo di quasi 300 ettari con un invaso di circa 200.000 metri cubi. L'intervento, in parte già realizzato con la costruzione di due dighe mobili sui canali Molla e Montalcino, nonchè di un'opera di presa sul canale Bruna, permetterà di invasare le acque superficiali nei canali di bonifica. In questo modo verrà razionalizzato l'utilizzo delle acque di superficie a fini irrigui e si diminuirà il prelievo di acque sotterranee.
Altro elemento strategico, per vincere la sete, è la corretta distribuzione della risorsa. Su questo fronte sono previsti interventi di ripristino e miglioramento dell'impianto irriguo consortile sul canale primario di irrigazione in località Ponte Tura e San Martino nel comune di Grosseto. L'opera, che si estende su un'area di 3.300 ettari, risale ai primi anni '60. L'intubamento del canale primario di irrigazione consentirà di concludere l'ammodernamento dell'infrastruttura con una riduzione del 15% nelle perdite di acqua, un sensibile aumento della capacità idraulica della condotta (+30%), un miglioramento della durata del servizio potenziale (+20%). Vanno in questa direzione infine l'intervento di miglioramento nella rete di distribuzione del sistema irriguo esistente e quello di realizzazione del sistema di telecontrollo e automazione della rete irrigua, perseguendo il risparmio dell'acqua attraverso una riduzione delle perdite pari al 30%.