Sono 7145, ovvero l'88,3% del totale, i comuni italiani a rischio frane e/o alluvioni: il dato è stato recentemente ricordato in occasione della sottoscrizione del prestito da 800 milioni di euro, che la BEI (Banca Europea per gli Investimenti) ha concesso all'Italia per intervenire sul dissesto idrogeologico del Paese. Il credito sosterrà circa 150 programmi di messa in sicurezza del territorio sotto il coordinamento del Ministero dell'Ambiente. Gli interventi riguarderanno la realizzazione o il rafforzamento degli argini dei fiumi a rischio esondazione, la risistemazione dei corsi d'acqua e dei canali di collegamento, le casse di espansione lungo fiumi e torrenti, interventi per prevenire erosioni costiere o frane.
Gli eventi di dissesto idrogeologico sono spesso legati al consumo di suolo: infatti, negli ultimi 25 anni è stato perso in Italia il 28% delle superfici coltivate, ridotte ormai a 12,8 milioni di ettari. Su questo territorio più fragile si abbattono i cambiamenti climatici con precipitazioni sempre più intense, con vere e proprie "bombe d'acqua", che il terreno non riesce ad assorbire. Secondo Coldiretti, tali eventi provocano annualmente danni per 400 milioni di euro alle produzioni agricole con pesanti effetti dal punto di vista economico ed occupazionale, ma anche ambientale.
Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l'Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell'attività agricola. Occorrerà – conclude Coldiretti in sintonia con ANBI – accelerare l'approvazione della legge sul consumo di suolo, ormai da alcuni anni ferma in Parlamento e che potrebbe dotare l'Italia di uno strumento all'avanguardia per la protezione del suo territorio.