Si chiama "miriofillo acquatico" ed è una specie aliena, che ha letteralmente invaso i corsi d'acqua attorno al Lago di Porta, in Toscana, minacciando la biodiversità di questa area naturale protetta di interesse locale (ANPIL), gestita dai Comuni di Montignoso e Pietrasanta, dove sono state censite molte specie vegetali di pregio, alcune delle quali rare.
La presenza del "miriofillo acquatico" nel lago di Porta venne individuata nel 2004 e fu la prima "colonia" accertata nella regione. La pianta, riconosciuta a livello internazionale come specie fortemente invasiva degli ambienti acquatici, è compresa in un apposito elenco stilato dall'Unione Europea in un Regolamento recepito dalla normativa italiana lo scorso Dicembre.
Della vicenda, assieme alle amministrazioni locali, sono stati investiti il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord per la specifica funzione ambientale ed il Dipartimento di Biologia dell'Università di Firenze, che ha ora presentato il risultato di quattro anni di studio e sperimentazione, condotti sul Lago di Porta.
"E' importante intervenire in modo organizzato per contrastare lo sviluppo di questa specie aliena per la salvaguardia del patrimonio ambientale italiano - commenta il presidente di ANBI, Francesco Vincenzi – Specie estranee ai nostri habitat possono comportare conseguenze inizialmente sottovalutate come la presenza dei siluri sulla fauna ittica dei fiumi o l'attività di nutrie e gamberoni della Louisiana per la staticità degli argini."
Dopo aver mappato i corsi d'acqua, attorno al Lago di Porta, interessati dalla presenza della pianta, l'Università ha chiesto la collaborazione dell'ente consorziale per le attività mirate e sperimentali condotte sul campo: taglio, eradicazione, estirpazione. Nel fosso Goletta e nella Fossa Fiorentina, ad esempio, sono state tagliate le piante dalle radici, agendo fin sotto lo strato di fango del fondale e coprendo con teli neri le parti tagliate per evitare nuovi butti vegetativi; più complicati sono invece gli interventi, dove la pianta aliena si mischia con le specie pregiate autoctone: in questi casi occorre agire con precisione per togliere solo il miriofillo, senza danneggiare le piante locali.
"Confidiamo nelle professionalità dell'ateneo fiorentino e mettiamo a disposizione la nostra esperienza operativa; auspichiamo che venga trovata una soluzione da applicare in ogni zona del comprensorio, in cui si sta verificando questa autentica invasione, che ci sta seriamente preoccupando" conclude il presidente del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord, Ismaele Ridolfi.