"Il ripetersi di eventi meteorologici estremi, più o meno gravi ma ricorrenti, pone il tema della salvaguardia idrogeologica al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica. Ora, però, è il tempo delle scelte di bilancio per lo Stato e bisogna che alle parole seguano adeguate opzioni politiche. I Consorzi di bonifica operano quotidianamente su circa 200.000 chilometri di corsi d'acqua, reinvestendo in manutenzione ordinaria quanto ricevuto attraverso la riscossione dei contributi, ma non basta: servono quegli investimenti in prevenzione, mancati per 40 anni! L'annuale Piano ANBI per la Riduzione del Rischio Idrogeologico è un patrimonio di conoscenze, che mettiamo servizio del Paese; prevede circa 3.700 interventi per quasi 8 miliardi di spesa, finanziabili con mutui quindicennali."
A ricordarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto ad un convegno sul fiume Po, a Ferrara.
"E' necessario decidere quale modello di sviluppo vogliamo per il nostro Paese al tempo dei cambiamenti climatici – prosegue il Presidente di ANBI - Se la promozione del territorio e delle sue eccellenze è un asset fondamentale per il futuro dell'Italia, dobbiamo preservarlo, abbandonando la logica dell'intervento in emergenza, ma valorizzando la prevenzione, perché la sicurezza dai fenomeni meteorologici è indispensabile per essere attrattivi dal punto di vista turistico e produttivo. In questo quadro, un ruolo fondamentale assumono l'agricoltura di qualità ed il "made in Italy" agroalimentare, per i quali è indispensabile la disponibilità d'acqua. Sabato prossimo – ricorda Vincenzi - ne rilanceremo le prospettive economiche ed occupazionali nel corso della tappa romana dell'Acqua Tour 2018, perchè le risorse idriche devono tornare ad essere alleate del nostro sviluppo sui mercati globali e non essere un pericolo. Per questo, confrontarsi sulla valorizzazione del fiume Po è una scelta giusta e che guarda al futuro."