Dopo gli interventi a monte tra Fiesole e Pontassieve il cantiere si è spostato a valle della città di Firenze, tra Signa, Lastra a Signa e Montelupo dove, nei pressi di Camaioni, gli alberi tagliati vengono fatti trasportare dalla corrente, come nell'antichità, per agevolare le operazioni di recupero e limitare al massimo l'impatto sull'habitat fluviale.
Il Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno, qualche mese fa, ha illustrato e condiviso, con il Genio Civile della Regione Toscana, le amministrazioni locali e diverse sigle ambientaliste, il piano di gestione dei tagli delle alberature per la manutenzione della fascia riparia del fiume Arno nelle annualità 2018 - 2020. Si tratta di un progetto ambizioso con l'obiettivo di operare, sia a monte che a valle della città di Firenze, su diverse aree, per ciascuna delle quali sono stati stanziati oltre 200.000 euro di risorse consortili per un investimento complessivo di qualche milione di euro nel triennio, interessando principalmente i comuni di Pontassieve, Bagno a Ripoli, Fiesole, Firenze, Scandicci, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa, Carmignano, Capraia e Limite, Montelupo ed Empoli.
Dopo gli interventi dei mesi scorsi sul tratto dell'Arno tra Fiesole e Pontassieve, il cantiere si è spostato nelle ultime settimane, a valle della città di Firenze, nell'area d'intervento della Gonfolina per una lunghezza di circa 23 chilometri nei comuni di Carmignano, Capraia e Limite, Montelupo ed Empoli.
Qui si sta procedendo in questi giorni al cosiddetto "diradamento dal basso", cioè il taglio degli alberi, lungo la sponda, riservato alle piante morte o a fine ciclo vitale, a quelle mal conformate rispetto al piano arginale, a quelle mal sviluppate o di minor pregio per assicurare agli alberi restanti una regolare distribuzione spaziale per crescere al meglio. Con una tecnica tanto antica quanto ancora valida, le piante abbattute sono poi lasciate trasportare dalla corrente e recuperate più a valle, in prossimità di una traversa.
"Nostro obiettivo primario è la sicurezza idraulica – spiega il Presidente del Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno, Marco Bottino – perché, in caso di piene, una vegetazione sovrabbondante e malmessa potrebbe andare ad ostruire ponti, attraversamenti e vari restringimenti in alveo, ostacolando il regolare deflusso delle acque. In questa occasione abbiamo voluto verificare le operazioni di movimentazione, grazie alla corrente, degli alberi abbattuti: una tecnica non più in uso da decine di anni, oggi ormai quasi curiosa, ma che, in questo particolare contesto di pregio ambientale, permette operazioni di recupero più agevoli, ma soprattutto di evitare l'impatto di ruspe e altri mezzi meccanici altrimenti necessari."