I recenti episodi meteorologici fortunatamente non hanno creato gravi danni in pianura, ma sono stati ulteriore testimonianza di quanto il territorio sia soggetto al rischio idraulico.
In particolare, l'onda di piena del fiume Brenta ha attraversato il comprensorio senza causare esondazioni, ma raggiungendo livelli di guardia .
Pochi sanno che di indubbio vantaggio è stato l'effetto moderatore da parte del serbatoio ENEL del Corlo, posto sull'asta del torrente Cismon, principale affluente montano del Brenta, ad Arsiè nel bellunese. Esso era stato abbassato in anticipo e si è riempito in poche ore, consentendo di trattenere un notevole volume d'acqua, che altrimenti avrebbe pericolosamente incrementato le portate del Brenta. Certo che se la piena fosse stata di poco maggiore, anche il Corlo avrebbe esaurito il suo effetto oppure una seconda piena di poco successiva avrebbe trovato il Corlo ormai riempito e quindi incapace di svolgere nuovamente la propria azione moderatrice.
Il serbatoio del Corlo, realizzato ormai settant'anni fa circa, oltre ad avere una funzione idroelettrica, è utilizzato d'estate a fini irrigui a favore della pianura (una vera e propria "banca dell'acqua"), ma è l'unico invaso, significativo, disponibile e non è più sufficiente.
Dai tempi della storica piena del 1966 sono previsti nuovi serbatoi di laminazione delle piene: in particolare per il Brenta, quello del Vanoi .
Il serbatoio del Vanoi avrebbe ulteriori funzioni: la tesaurizzazione dell'acqua come riserva per i periodi di siccità, non solo a favore dell'irrigazione e del mondo agricolo, ma anche per incrementare il deflusso ecologico nel sistema fluviale (come imposto dalla Direttive Europee); favorire la ricarica della falda, dalla quale sono imminenti ulteriori prelievi acquedottistici, a Carmignano di Brenta, anche a favore delle zone colpite dai PFAS; la produzione di energia pulita e rinnovabile a favore dei numerosi utilizzi idroelettrici, esistenti a valle e di eventuali nuovi impianti.
Per questo, l'ente consorziale ha ribadito al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, con un apposito appello, la necessità che anche quest'opera (pur ricadendo in parte a confine con la Provincia di Trento) sia inserita in quelle da realizzare, come altre già positivamente avviate per il sistema idrografico del fiume Bacchiglione.