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EMERGENZA PIENE, TERRITORIO DI NUOVO SOTTO PRESSIONE

Pubblicato il 19/11/2019

Il fiume Brenta è passato da un valore minimale di 16 metri cubi al secondo (1 ottobre), tale da costringere a chiudere i canali per siccità, aD un valore di 630 metri cubi al secondo (a metà novembre).

Proseguendo l'evento meteo, che ha visto l'incremento del livello dei fiumi, in particolare per quanto riguarda il Bacchiglione, il Consorzio di bonifica Brenta ha chiuso le chiaviche di scarico dei canali (per evitare il rischio di rigurgiti) ed attivato gli impianti di sollevamento esistenti (Paluella, Secula, Marzari, Feriani e Gabarda). Ha inoltre avviato le idrovore di Veggiano, Lissaro e Brentelle, a favore della cintura nord ovest di Padova.

Inoltre, sono entrate in funzione le casse di espansione, che il Consorzio ha realizzato sui torrenti Lugana, Trieste, Dolzetta, Mardignon e nella pedemontana in sinistra Brenta (Cassola, Loria, Romano d'Ezzelino, Mussolente).

Tutto questo ha preservato il territorio da allagamenti.

Il fiume Brenta ha raggiunto i 630 metri cubi al secondo, portata abbondante ma non eccessiva, grazie anche all'azione di laminazione attuata positivamente dal lago del Corlo.

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