
L'intensa, recente ondata di maltempo, sommata alle piogge scese in autunno, ha reso ancora più fragile il territorio montano e gli smottamenti in diversi comuni piacentini ne sono la prova. E' il presidente del Consorzio di bonifica di Piacenza, Fausto Zermani, a fare il punto della situazione: "In fase di avvio sono gli interventi sulle strada di Balzago, in comune di Bobbio e di Avemagna, in comune di Farini; sono quasi terminati i lavori a Ottone Soprano; è stata riaperta, a senso unico alternato con limitazione ai mezzi pesanti, la strada per Proverasso, in comune di Ferriere; in programma ci sono i lavori per Santa Franca, in comune di Farini. Ad oggi non si registrano altre situazioni di pericolo imminente su strade di bonifica, ma va tuttavia segnalato che sono presenti cunette compromesse e alcuni tombini otturati, oltre a terreni molti intrisi. La situazione di assetto idrogeologico è ancora in evoluzione e sotto monitoraggio attento. Va prestata attenzione." Per quanto riguarda la zona di pianura, le piogge intense e l'innalzamento di fiumi e torrenti in questo periodo hanno richiesto la quasi massima funzionalità degli impianti idrovori, posti lungo la fascia costiera del fiume Po, attivi sia con le pompe utili al deflusso delle acque, che arrivano da monte, sia con le paratoie, che chiuse non permettono il rigurgito del grande fiume nei territori limitrofi. E' ancora il presidente, Fausto Zermani, a proseguire: "Gli impianti idrovori sono fondamentali per la difesa dei territori di valle. In oltre ottanta anni di funzionamento, sono stati mantenuti con cura, in alcuni casi potenziati e per tutti è stato installato un sistema di telecontrollo, che permette all'ufficio tecnico del Consorzio di bonifica di Piacenza di monitorare, 24 ore su 24, i livelli e di agire su paratoie e pompe." Alla diga di Mignano, nel comune di Vernasca, sono presenti circa 950 metri cubi, pari al 9.5% del volume autorizzato. Nella diga del Molato, a Nibbiano nel comune di Alta Val Tidone, il volume è di circa 5,3 milioni di metri cubi, pari al 85% del volume autorizzato. A chiarire le motivazioni di una differenza così significativa di volume di invaso è Fausto Zermani: "L'invaso di Mignano è mantenuto a quote relativamente basse, perché entro la metà del mese di dicembre, se le condizioni idrologiche- idrauliche lo permetteranno, è in programma lo svaso completo del bacino, al fine di permettere le annuali ispezioni e gli interventi di manutenzione ordinaria agli organi di scarico profondi. Per la diga di Molato, invece, non è previsto lo svaso e si è già proceduto al reinvaso in previsione della prossima stagione irrigua. Qui non verrà effettuata la prassi ordinaria di svaso, perché ai piedi della diga è aperto il cantiere, che permetterà la chiusura dell'ultima di cinque tranche di lavori; ci porterà, il prossimo anno, al collaudo tecnico dell'opera, a seguito del quale potremo invasare risorsa fino alla quota di massima regolazione per una capacità totale, superiore agli 8 milioni di metri cubi, rafforzando così le funzioni irrigue, di laminazione delle piene, di produzione di energia idroelettrica oltre alla consolidata attrattività turistica per famiglie, scolaresche e sportivi."