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PRESENTATO MODELLO PREVISIONALE PIENE FLUVIALI

Pubblicato il 09/01/2020

Un modello scientifico, capace di prevedere le piene dei fiumi con 72 ore di anticipo per permettere di prendere decisioni ed effettuare scelte a tutela di popolazione e territori: questo è il modello IMAGe, sistema di previsione delle piene fluviali della Regione del Veneto, messo a punto in collaborazione con il dipartimento di ingegneria civile edile e ambientale dell'Università di Padova.

"Come riconosciuto anche dall'autorità di distretto, il nostro è un modello unico in Europa – spiega l'assessore regionale all'ambiente e protezione civile, Gianpaolo Bottacin – un modello al quale sta guardando con estremo interesse anche il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, dato che è del tutto esportabile. Per noi è fondamentale, lo abbiamo visto in occasione di Vaia. Stiamo parlando di previsione, che si traduce in prevenzione, aspetto del tutto prioritario nel campo della difesa idraulica."

Il modello permette di sapere con anticipo se ed esattamente quando (a che ora) un fiume esonda; ciò attraverso modellazioni di generazione e di propagazione delle piene, che si traducono in report. Tutti questi dati vengono gestiti nella centrale operativa presso la sede della Protezione Civile regionale a Marghera.

"Si parte da una previsione meteo attraverso A.R.P.A.V. e poi, man mano che ci si avvicina all'evento previsto, c'è una fase di interazione fra dato previsto e dato osservato – spiega Luigi D'Alpaos, accademico dell'Università di Padova, che ha visto nascere e segue tuttora il progetto a capo di un'equipe di altri due docenti e tre ricercatori – Stiamo parlando di una cascata di strumenti a disposizione della Regione del Veneto per gestire le emergenze fluviali, capace di garantire informazioni molto utili anche nel campo della pianificazione."

Il modello è stato messo a punto fino ad oggi per quanto riguarda tre bacini idraulici del Veneto: Brenta-Bacchiglione, Piave e Muson dei Sassi; obiettivo è quello di estenderlo a tutti i bacini fluviali.

"È stato particolarmente utile durante Vaia – sottolinea l'assessore – Ad esempio, i dati forniti ci hanno detto come gestire i bacini del Brenta Bacchiglione ed il bacino del Corlo per evitare di mettere a rischio le popolazioni rivierasche e il ponte di Bassano."

"La Regione, dal 2013, ha investito già quasi 900 milioni per opere di difesa idraulica in tutto il Veneto attraverso quello, che è denominato piano D'Alpaos – conclude Bottacin – Così abbiamo previsto di investire risorse anche sugli strumenti previsionali come IMAGe. Questo strumento consente di prendere decisioni strategiche come l'evacuazione di intere popolazioni con adeguato supporto scientifico".

Di seguito il link al video che spiega il modello IMAGe: https://www.youtube.com/watch?v=l_eGgDEL1U4&feature=youtu.be

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