
La mancanza di piogge e le temperature più alte rispetto alla media stagionale sono le cause di una crisi idrica cui, in un Veneto già alle prese con l'emergenza Coronavirus, si è aggiunto in questi giorni un altro fattore di rischio: l'improvviso abbassamento delle temperature, anche sotto zero, mettendo a rischio le colture e minacciando, in particolar modo, il pesco e le piante di kiwi, ora in fioritura. L'emergenza gelo non coglie impreparati, però, i consorzi di bonifica del Veneto: in molti, infatti, stanno mettendo in pressione gli impianti per l'irrigazione antibrina, che permette di rivestire, con un sottile strato di ghiaccio, le piante, stabilizzando la temperatura a 0 gradi ed evitando escursioni termiche dannose. Il Consorzio di bonifica Piave, a tal proposito, metterà in pressione entro domenica tutti gli impianti pluvirrigui del comprensorio, ma alcuni sono già entrati in funzione nelle aziende agricole di Maser, Riese Pio X, Castello di Godego, Loria, Altivole, Venegazzù e Falzè di Trevignano. Impianti irrigui sono in funzione anche nelle zone di Rosolina e Chioggia (Consorzio di bonifica Delta del Po) e nel comune rodigino di Lusia (Consorzio di bonifica Adige Po) per sopperire alle necessità di alcune aziende private. Ciò, che però desta maggiore attenzione nel Polesine, è il fronte siccità con il calo di portata del fiumeAdige ( a Boara Pisani registra un -3,25 distante comunque dal -3,52, oltre il quale si innesca la risalita del cuneo salino) e del fiume Po, che registra una portata di 1080 meri cubi al secondo a Pontelagoscuro (un po' sotto la media del periodo). Nella vasta zona servita dal canale L.E.B. (Lessinio Euganeo Berico), che attraversa 103 comuni tra Verona, Vicenza e Padova, si sta provvedendo all'impinguamento della rete dei canali consortili nei comprensori interessati: Alta Pianura Veneta , Adige Euganeo e Bacchiglione. In particolare, tre piccoli impianti d'irrigazione antibrina sono entrati in funzione nella bassa padovana (comprensorio Adige Euganeo), dove le temperature nella notte, tra il 23 e il 24 marzo, hanno toccato per alcune ore i 4 gradi sotto zero. Anche i Consorzi di bonifica Bacchiglione ed Acque Risorgive hanno messo in pressione alcuni impianti per richieste specifiche e stanno procedendo all'impinguamento della rete scolante. Impianti a pressione sono entrati in funzione nel comprensorio del Brenta, nei comuni di Rossano, Loria (località Ramon e Castione), Cassola, Romano d'Ezzelino (località Sacro Cuore) e Bassano. Il locale Consorzio di bonifica deve fare i conti con i rallentamenti di alcune aziende fornitrici, causati dall'applicazione delle disposizioni anti-Coronavirus. La chiusura di alcuni magazzini impedisce, infatti, l'approvvigionamento di materiale inerte per la manutenzione dei canali, che dovranno così essere riaperti con portate ridotte. Il personale avventizio del Consorzio è comunque regolarmente al lavoro, in tutta sicurezza, proseguendo con la tabella di marcia. Dal Consorzio di bonifica Veneto Orientale fanno sapere che, a causa del prolungato periodo siccitoso e delle alte temperature, le campagne potrebbero necessitare di irrigazione già dai primi di aprile. Infine, il Consorzio di bonifica Veronese sta operando, pur con le difficoltà legate all'emergenza Coronavirus, per iniziare la stagione irrigua il 15 aprile.