Una prima scossa nel cuore della notte del 24 agosto, poi altre due nel mese di ottobre e un'altra tre mesi dopo, a gennaio. Il Centro Italia è stato duramente colpito dai terremoti del 2016 e inizio 2017. Il bilancio è stato devastante in termini di vite umane spezzate, edifici distrutti, danni economici.
Il cosiddetto "cratere sismico" si estende su un territorio compreso tra le regioni Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio, su cui sorgono 138 comuni e in cui risiedono circa 575.000 abitanti. Un territorio di circa 8 chilometri quadrati, ricadente interamente nel Distretto idrografico dell'Appennino Centrale (comprende anche alcune zone delle regioni Emilia Romagna, Toscana e Molise per un'estensione complessiva di oltre 42.000 chilometri quadrati).
Fin dall'autunno del 2017, l'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Centrale ha intensificato il lavoro con le Regioni interessate dal sisma e messo a disposizione della Struttura Commissariale per la Ricostruzione le proprie competenze tecnico-scientifiche, fornendo un quadro aggiornato del rischio idrogeologico dell'area per poter realizzare una ricostruzione in condizioni di sicurezza. Proprio per rafforzare ulteriormente questo lavoro e per rendere strutturale questa collaborazione che nell'autunno del 2018 ha preso il via ReSTART, acronimo di "Resilienza Territoriale Appennino Centrale Ricostruzione Terremoto".
Il progetto è finanziato dall'Agenzia per la Coesione Territoriale attraverso i fondi del Programma Operativo Nazionale "Governance" e capacità istituzionale 2014-2020. Durerà fino al giugno del 2022 e vede coinvolti, insieme all'Autorità come ente beneficiario, sette partner: le quattro Regioni interessate dal sisma, il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, la Struttura del Commissario per la Ricostruzione e il Ministero dell'Ambiente e per la Tutela del Territorio e del Mare.
Già nel simbolo realizzato per il Progetto, l'Autorità di bacino distrettuale ha voluto anticipare le principali caratteristiche di ReSTART: entro la metà del 2022 saranno infatti messe in campo "azioni e tecnologie per la prevenzione e la pianificazione idrogeologica e antisismica". Il motivo di tale decisione è sintetizzabile in una frase tanto semplice quanto fondamentale: "Non rischiamo più"; è questo il "sottotitolo" del Progetto, che prevede la creazione di una piattaforma tecnologica (utile ad amministratori, progettisti e cittadini) per ricostruire in sicurezza nelle zone colpite dal terremoto. Si tratta di un modello di "resilienza" che, pur nascendo specificatamente per il cratere del Centro Italia, ha caratteristiche e finalità, che lo rendono esportabile in qualunque zona (italiana e non) colpita da calamità naturali.
Le finalità di ReSTART sono molteplici, ma tutte riconducibili a due ambiti di lavoro: da un lato, realizzare una pianificazione di bacino, una gestione del rischio idrogeologico e una riprogrammazione della gestione sostenibile della risorsa idrica che tenga conto delle specificità dell'Appennino centrale anche dal puntod i vista sismico; dall'altro, rafforzare la capacità di governo delle istituzioni centrali, territoriali e locali, mediante la messa a punto di un modello, che preveda la cooperazione delle parti interessate, siano esse soggetti pubblici o privati.
Ancora più schematicamente, si possono indicare i tre obiettivi che l'Autorità intende perseguire tramite ReSTART in questo modo:
1) supporto tecnico per la ricostruzione post sisma in condizioni di sicurezza idrogeologica da fenomeni pregressi e sismo indotti (frane e alluvioni)
2) riprogrammazione delle risorse idriche a causa degli effetti sismo-indotti (risorsa idrica)
3) modello pilota della governance e aggiornamento costante e continuativo del quadro conoscitivo dei fenomeni di rischio (pianificazione urbanistica e modello di governance)
Tutto il lavoro compiuto dal personale dell'Autorità e dal team di esperti, coinvolti a partire da maggio 2019, sarà reso pubblico e messo a disposizione di enti pubblici e soggetti privati con modalità e canali differenti, a seconda dei contenuti da divulgare e dei target di riferimento. Si sta infatti realizzando una piattaforma tecnologica, con capacità di aggiornamento in tempo reale del quadro conoscitivo dei fenomeni naturali, finalizzata alla condivisione della gestione dei dati e alla realizzazione dei modelli di supporto alle "governance" per la pianificazione territoriale. Tale strumento sarà utilizzabile da tutti i Comuni e da chiunque sia coinvolto nelle attività di ricostruzione.
Parallelamente alla messa a punto di questo enorme database, la popolazione del cratere sarà resa partecipe di quanto si va via via realizzando e anche coinvolta nelle decisioni. È, infatti, partita un'attività di comunicazione (media tradizionali e digitali, sito web dell'Autorità, account social di ReSTART), accanto alla quale è stata programmata un'attività di co-partecipazione dei cittadini ai progressi in corso.