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BONIFICA EMILIA CENTRALE: LAVORO SOLIDALE AL TEMPO DI COVID-19, MA ALL’INSEGNA DI EFFICIENZA E SICUREZZA

Pubblicato il 15/04/2020

All'apparenza un gigantesco tubo, indispensabile per il completamento e la successiva messa in funzione di un'opera idraulica strategica per territorio del comune di Reggio Emilia al confine con il comune di Bagnolo in Piano, potrebbe non rappresentare un'eccezione strutturale per chi è abituato a realizzare questo tipo di interventi per il Consorzio di bonifica; ma, in tempo di virus Covid-19, le cose sono mutate rapidamente e anche un lavoro di questo tipo può diventare una vera e propria impresa. Le difficoltà tecniche operative, però, hanno consentito di individuare nuove soluzioni pragmatiche ed un modello di condivisione proprio con le aree più colpite della Lombardia, dove i gravi effetti della pandemia hanno bloccato la gran parte delle attività del settore. Così lo staff tecnico del Consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale, unito nello spirito solidale agli operai della ditta bresciana A.M.G. Impianti, incaricata della produzione di una grande ed indispensabile pompa idraulica presso l'impianto reggiano Rotte, ha trovato una nuova soluzione per ultimare l'opera in tempo utile.

Tre settimane fa, venuto a conoscenza che, proprio a causa dell'emergenza Covid-19, la ditta bresciana avrebbe preventivamente chiuso la produzione per tutelare la sicurezza sanitaria dei propri lavoratori, il Consorzio ha immediatamente fatto pervenire un carico di mascherine di protezione FFP2 direttamente dal proprio magazzino, consentendo in questo modo alla ditta di riprendere la produzione. Così (grazie ad un lavoro di squadra tra Consorzio, AMG Impianti, Elettromeccanica Manfredini di Soliera e Galvan Tubi di Modena) è stato possibile trasportare due parti di tubo su tre da Brescia sino a Modena, nella sede della Galvan, unica azienda che poteva effettuare il trattamento protettivo di zincatura finale.

In un clima di garantita sicurezza del personale, la sinergia collettiva e la solidarietà, che si sono instaurate tra i lavoratori di tutte le aziende coinvolte e le maestranze consortili, ha fatto sì che tutti i pezzi del gigantesco tubo fossero ritirati e consegnati presso l'impianto di Rotte, dove procedere all'assemblaggio grazie ad una delle squadre consortili.

Una storia all'apparenza semplice ma che, in tempo di Coronavirus, diventa oltremodo straordinaria da divenire modello.

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