"In un Paese comunque piovoso come l'Italia, che per carenze infrastrutturali trattiene solo l'11% dell'acqua, occorre un cambio di passo nell'attività di prevenzione" dichiara il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini nel sottolineare che "bisogna evitare di dover costantemente rincorrere l'emergenza con interventi strutturali".
Il primo passo è "la realizzazione di piccole opere di contrasto al rischio idrogeologico: dalla sistemazione e pulizia straordinaria degli argini dei fiumi ai progetti di ingegneria naturalistica, ma allo stesso tempo serve un piano infrastrutturale per la creazione di piccoli invasi, che raccolgano tutta l'acqua piovana, che va perduta e la distribuiscano, quando ce n'è poca ai fini idrici, irrigui, ambientali, dell'accumulo per la produzione di energia idroelettrica. Servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull'uso corretto dell'acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico."