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LIFE AGRICOLTURE: UN PROGETTO EUROPEO FA RINASCERE LE CATTEDRE AMBULANTI A BENEFICIO DI AMBIENTE ED AGRICOLTORI

Pubblicato il 02/07/2020

Con il progetto Life AgriCOlture tornano in Appennino, con le più recenti tecnologie e conoscenze, le cattedre ambulanti a servizio degli agricoltori e dello sviluppo rurale; erano un'istituzione fondamentale per la modernizzazione dell'agricoltura italiana, diffuse tra Ottocento e primi decenni del Novecento.

"A Parma ancora si ricordano quelle di Antonio Bizzozero e a Reggio quelle di Mario Guardasoni – spiega Luca Filippi, coordinatore tecnico Life AgriCOlture - Abbiamo avuto, nei primi decenni del Novecento, due esperienze di cattedre ambulanti di straordinaria importanza per lo sviluppo di una specializzazione zootecnica in Emilia. Rispetto a quello, che è oggi il modello dell'assistenza tecnica agli agricoltori – aggiunge Filippi - si può dire che la cattedra ambulante operasse in termini più strutturali, cioè entro un disegno complessivo di sviluppo socio-economico e tecnico-scientifico del territorio, nel quale confluivano una molteplicità di apporti. Nel caso della provincia reggiana, per esempio, era evidente un disegno condiviso di sviluppo e modernizzazione dell'agricoltura, incentrato sulla specializzazione zootecnica, ma anche vitivinicola, al cui sforzo partecipavano una pluralità di enti come il Regio Istituto tecnico agrario per la zootecnia e i nascenti consorzi di bonifica, il cui braccio operativo era spesso la cattedra ambulante. Un testo fondamentale nella storia della bonifica integrale reggiana e nazionale, 'I bacini montani' di Meuccio Ruini, è stato pubblicato nel 1912 proprio dai bollettini della cattedra ambulante d'agricoltura della Provincia di Reggio Emilia."

"Ieri come oggi – spiegano Matteo Catellani e Francesco Vincenzi, presidenti dei Consorzi di bonifica dell'Emilia Centrale e Burana, titolari di questo progetto europea che è altresì partecipato da Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano e Crpa – hanno l'intento di innalzare il livello della ricerca agronomica tra gli agricoltori, con una particolare attenzione al contesto ambientale e sociale."

Life AgriColture, cosa si propone?

"Un'attività di assistenza tecnica alle aziende dimostrative con l'intento di supportare una loro transizione verso nuove modalità agronomiche di gestione efficiente della sostanza organica e dunque del carbonio del suolo in una prospettiva di contrasto al cambiamento climatico."

Perché questa assistenza nelle aziende, quindi?

"Per ripensare il ruolo della zootecnia di montagna nello scenario complesso del cambiamento climatico. Un contesto di transizione altrettanto strutturale di quello vissuto nella fase eroica della modernizzazione agraria di inizio secolo, nella quale hanno operato le cattedre ambulanti."

Come avviene questa assistenza tra le aziende selezionate?

"Nel concreto – dettaglia Aronne Ruffini, 61 anni, dirigente del Consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale e project manager di Life AgriCOlture - mettiamo a disposizione delle 15 aziende dimostrative, selezionate tra Parma, Reggio e Modena, un eccezionale team di esperti e consulenti come agronomi, ecologi, pedologi, paesaggisti, esperti di alimentazione animale, ingegneri e tecnici della bonifica, che lavorano in maniera organica e interdisciplinare su questo progetto; a loro il compito di uscite, analisi e confronti periodici con gli agricoltori".

Se questa formazione in campo andrà bene, quali risultati otterrete?

"Riattualizzando il modello della cattedra ambulante, che pareva scomparso, dovremo essere capaci di costruire un'azione specifica di nuova governance territoriale, che potrà essere estesa ai sistemi rurali non solo italiani".

Tecniche agronomiche più semplici e meno impattanti: ci vuole fare un esempio?

"Ad esempio, con la trasemina rigeneriamo un prato vecchio con una semina direttamente su sodo; come altre tecniche di agricoltura conservativa contiene i costi di aratura e di spietramento dei campi. Ma soprattutto abbiamo un fondamentale beneficio ecosistemico: la possibilità di mantenere una vita biologica del suolo e di accumulare carbonio, riducendo così le emissioni di anidride carbonica in atmosfera. A sua volta, un suolo ricco di carbonio non sarà solo un suolo più fertile, ma anche più efficiente dal punto di vista della ritenzione idrica e dunque, su larga scala, fornirà un apporto sensibile in termini di riduzione del rischio idraulico a valle. In questo senso, le pratiche di agricoltura conservativa che Life agriCOlture propone avranno un ruolo chiave sia in termini di mitigazione che di adattamento al cambiamento climatico.

Ulteriori informazioni sul progetto su www.lifeagricolture.eu

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