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SICUREZZA IDRAULICA E TUTELA DELL’AMBIENTE: IL CASO MARZENEGO

Pubblicato il 07/10/2020

E' possibile conciliare l'obiettivo della sicurezza idraulica con l'obiettivo della tutela ambientale del territorio? O un'esigenza prevale inevitabilmente sull'altra? Sono questi gli interrogativi che i consorzi di bonifica del Veneto si pongono quotidianamente, dovendo provvedere alla gestione ordinaria e straordinaria della rete di canali affidati. Sono anche gli interrogativi, su cui si sono confrontati esperti invitati dal Consorzio di bonifica Acque Risorgive e da ANBI Veneto a Noale, in occasione di "Terrevolute - Festival della bonifica".

Il convegno, introdotto dal presidente di ANBI Veneto, Francesco Cazzaro, ha messo attorno ad un tavolo urbanisti, biologi, ecologi ed esperti di riqualificazione fluviale a conferma che il fiume è un sistema molto complesso e che la sua gestione è frutto dell'equilibrio di necessità ed aspettative diverse.

Un fiume può essere occasione di una riqualificazione urbana come è il caso del Marzenego e del progetto voluto dal Comune di Venezia con la creazione di un parco, che interesserà anche il cuore di Mestre: una straordinaria opportunità che, prendendo spunto dalla riqualificazione dell'ultimo tratto, più noto come Osellino, potrà avere positive ricadute anche in termini turistici, culturali ed economici per l'intera area metropolitana; anzi, si sta pensando di utilizzare l'asta di questo fiume di risorgiva per connettere Venezia a Castelfranco Veneto, addirittura fino al Grappa, attraverso percorsi ciclabili.

I canali, anche quelli fortemente modificati dalla mano dell'uomo, sono habitat molto delicati, dove vivono e proliferano microorganismi, specie animali, alberi e arbusti, la cui tutela può essere garantita, oltre che dalla qualità dell'acqua, da interventi di manutenzione, eseguiti in modo sostenibile. E' il caso della manutenzione "gentile" che, come dimostrano studi europei e italiani, consente di garantire la funzionalità idraulica, pur mantenendo parte della vegetazione, che cresce lungo le sponde; una tecnica, che il Consorzio di bonifica Acque Risorgive utilizza da tempo e che alcune ricerche hanno dimostrato dare risultati molto importanti per la tutela ambientale. Come? Ad esempio, utilizzando la fitodepurazione per abbattere gli inquinanti presenti nelle acque, quali azoto e fosforo, che altrimenti finivano in laguna, alimentando la crescita delle alghe. I due casi illustrati su corsi d'acqua locali (Piovega di Scandolara e Rio Storto), dove "Acque Risorgive" ha creato aree golenali (utilizzate come invasi per accogliere le acque di piena) e aree di fitodepurazione, hanno confermato straordinari risultati di abbattimento dell'azoto in percentuali superiori al 70% .

Insomma, tutelare i fiumi come habitat di particolare valore ambientale, senza venir meno alla sicurezza idraulica, è possibile ed è la strada che i consorzi di bonifica del Veneto intendono proseguire in futuro.

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