Oltre 2.000 piante nate e cresciute lungo i corsi d'acqua aretini sono state sottoposte a visita: lo "screening" vegetale di massa è stato organizzato dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno e affidato a un "medico", che ha passato al setaccio oltre 11 chilometri di aste fluviali. L'obbiettivo è verificare lo stato di salute della vegetazione presente.
Sono stati passati al setaccio gli alberi lungo i corsi d'acqua Castro, Bicchieraia, Vingone, rio di Valtina. In base alle condizioni di salute, valutate con un'ispezione visiva, il "dottore green" ha emesso il suo verdetto: abbattimento per alcuni esemplari giudicati incurabili, opportunamente evidenziati con una croce fosforescente sul fusto.
Per gli altri, la prognosi in prima battuta è rimasta riservata e la terapia da adottare sarà condizionata all'esito degli accertamenti strumentali più sofisticati tramite un'indagine approfondita, condotta con l'ausilio di apparecchi all'avanguardia, che, in una prima fase, interessa una quarantina di piante.
Le prime ad essere sottoposte a visita specialistica sono quelle posizionate nelle zone più urbanizzate e di dimensioni importanti: un diametro superiore ai 40 centimetri ed un'altezza di 12-15 metri.
L'esito delle analisi aiuterà l'esperto a stabilire i tempi e i modi di intervento per mettere progressivamente in sicurezza la vegetazione arborea e, di conseguenza, corsi d'acqua e pubblica incolumità.
"La caduta di una pianta verso l'alveo potrebbe determinare un rischio idraulico se, in seguito alla caduta, andasse ad ostruire il corso d'acqua, a danneggiare le sponde o le arginature e tutte le opere presenti lungo l'asta - spiega Beatrice Lanusini, ingegnere referente di area del settore difesa idrogeologica del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno - L'apparecchio utilizzato, composto da una serie di sensori collegati elettricamente, misura la velocità, con cui il suono si propaga all'interno della pianta e, basandosi sulla densità del legno, permette di fare una scansione della parte interna del fusto; in parole povere sottopone l'alberatura a una sorta di TAC. In base all'esito ottenuto, potremo decidere in modo mirato se, come e quando intervenire. Il nostro obbiettivo – sottolinea Lanusini - è garantire la sicurezza idrogeologica, rispettando l'habitat fluviale e quindi la salute delle piante, che vivono lungo il fiume, soprattutto quando queste appartengono a specie autoctone e di pregio. Monitorarle con costanza ed intervenire tempestivamente consente di mantenerle in forma e di fare una corretta prevenzione per evitare soluzioni d'urgenza, più drastiche e definitive, per salvaguardare il patrimonio verde della città e, nello stesso tempo, per garantire la pubblica incolumità."