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54 ANNI FA L’ALLUVIONE, OGGI L’ARNO FA MENO PAURA

Pubblicato il 05/11/2020

Cinquantaquattro anni fa, l'alluvione: l'acqua all'improvviso si impadronì di Firenze e devastò un'ampia fetta del territorio toscano, infierendo con particolare violenza contro il Casentino e il Valdarno.

I drammatici eventi di allora sono stati ricordati in un maxi summit "on web", cui hanno partecipato importanti ospiti, tra i quali il sottosegretario all'ambiente, Roberto Morassut; Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile; il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani; l'assessore regionale all'ambiente, Monia Monni; i segretari dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Settentrionale, Massimo Lucchesi e dell'Appennino Centrale, Erasmo D'Angelis; il sindaco di Firenze, Dario Nardella.

Nell'occasione si è parlato del prezioso ruolo svolto dai consorzi di bonifica nella difesa idrogeologica con un focus particolare sui tre consorzi, ("Alto", "Medio" e "Basso Valdarno"), che operano lungo l'asta del fiume Arno.

Il presidente di ANBI Toscana, Marco Bottino, ha riepilogato le peculiarità di ogni ente, a cominciare dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, che nel suo territorio ospita l'origine del fiume: una costante manutenzione realizzata con cadenza annuale lungo tutto il corso ("gentile" nel tratto iniziale per non alternare il delicato e prezioso equilibrio ambientale); un piano tagli, che ha portato, a cavallo tra il 2019 e il 2020, a migliorare la funzionalità idraulica lungo l'intera asta, dal Casentino al Valdarno, con un investimento complessivo superiore ai 2,2 milioni di euro; un intervento di manutenzione straordinaria nel tratto urbano di San Giovanni Valdarno dove, con un'operazione da oltre 1 milione di euro, si sta tamponando una grave erosione in riva destra.

"Oggi, grazie anche alla cura del Consorzio, oltre ai numerosi interventi strutturali messi a punto dalla Regione Toscana nel corso degli anni, il fiume fa meno paura ed è tornato ad essere amato e vissuto dai cittadini, come dimostrano le numerose e partecipate iniziative con cui il CB2, insieme a tanti partner, è riuscito a riportare i cittadini sulle sue sponde: da Pratovecchio Stia, dove nasce ed è poco più di un torrente, fino a Rignano sull'Arno, dove acquista le dimensioni e l'aspetto che tutti conoscono" commenta Serena Stefani, presidente dell'ente consortile.

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