Il caldo anomalo di novembre conferma un 2020, che si classifica finora come il quinto più caldo, mai registrato in Italia dal 1800, con una temperatura di quasi un grado (+0,91°) più elevata della media storica. E' quanto emerge dall'analisi dei dati Isac Cnr relativi ai primi dieci mesi dell'anno.
Si accentua quest'anno la tendenza al surriscaldamento in Italia, dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell'ultimo periodo e comprende nell'ordine anche il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003.
Il caldo anomalo di novembre è stato accompagnato da un'assenza quasi totale di pioggia nel mese, che tradizionalmente è il più piovoso dell'anno; un'anomalia, che ha provocato un abbassamento dei livelli dei fiumi a partire dal Po.
Gli effetti del clima sono visibili a tutti con la mancata caduta delle foglie, ma si fanno sentire soprattutto in campagna per una preoccupante siccità invernale, che fa temere per il mancato accumulo di scorte idriche, necessarie per le coltivazioni. La mancanza di freddo, rileva Coldiretti, mette a rischio le future fioriture di alcune varietà di piante da frutto, mentre il caldo sta ritardando le operazioni colturali come la vendemmia: la raccolta delle uve per il Raboso in Veneto e dell'Aglianico in Campania non si sono ancora concluse.
Se nelle città sopravvivono ancora le zanzare, nelle campagne c'è preoccupazione, precisa ancora Coldiretti, per i parassiti, che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture.