Grazie alle solide intese ed efficaci sinergie tra il Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili (M.I.M.S.), la Regione Emilia-Romagna, l'Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po ed ANBI sono state assegnate le risorse per opere prioritarie, in grado di migliorare la sicurezza dei territori, investendo concretamente in interventi volti a rendere il Paese più resiliente ed in grado di affrontare le sfide del cambiamento climatico. Il decreto, ormai in dirittura d'arrivo, giunge dopo aver completato i vari iter di approvazione e conformità progettuale con gli enti territoriali ed il Consorzio della bonifica Burana avrà ora il compito di poter realizzare infrastrutture, per un valore di circa 70 milioni di euro, da tempo necessarie per comunità ed ambiente, alla base di sicurezza e sviluppo.
"L'eccezionale risultato – commenta il presidente ANBI e del Consorzio di bonifica Burana, Francesco Vincenzi - è frutto della tangibile capacità di progettazione ed esecuzione dei lavori, palesata dall'ente in questi anni, grazie ad un percorso di crescita e rinnovamento, che oggi lo pone al centro dei nuovi investimenti come motore per la ripresa. Ora toccherà a tutte le nostre maestranze portare a termine questo ambizioso impegno epocale per il futuro del Paese e delle nostre comunità".
Un obbiettivo questo, che nell'ultimo anno ha visto il Consorzio impegnarsi al massimo per riuscire a centrare le scadenze imposte dalla normativa comunitaria e nazionale senza trascurare la quotidianità fatta di manutenzioni ed esecuzione d'interventi sui tanti manufatti idraulici.
Cinalberto Bertozzi, direttore generale del "Burana", illustra così il nuovo impianto Cavaliera, che verrà realizzato a Bondeno (località Malcantone) a potenziamento del polo Pilastresi a Stellata di Bondeno ed avrà la capacità di scolare sino a 60 metri cubi d'acqua dal bacino delle acque basse dei territori modenese, mantovano e ferrarese.
"Sarà costituito da 12 pompe ad asse verticale da 5.000 litri al secondo, al fine di garantire un'estrema modularità ed elasticità di esercizio dell'impianto. Lo scolo mediante questo impianto potrà avvenire solo tramite sollevamento meccanico ed il funzionamento sarà semiautomatico: il 50% dei gruppi è automatico in funzione dei livelli idrici e il restante 50% viene attivato manualmente per le emergenze. Questa del finanziamento – conclude Bertozzi – è una tappa fondamentale nel percorso verso la sicurezza del comprensorio iniziata con lo studio, oltre 20 anni fa, basato su un modello di allontanamento delle acque, svolto dal Consorzio di bonifica Burana in collaborazione con l'Università di Ferrara, che ha valutato le trasformazioni territoriali, legate all'urbanizzazione ed ai cambiamenti climatici."