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CLIMA: PO IN SECCA COME D’ESTATE, SOS INCENDI E SICCITÀ

Pubblicato il 31/01/2022

Il fiume Po è in secca come d'estate, ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi, che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 18% di quello di Como al 22% del Maggiore; il fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3 metri, piu' basso che a Ferragosto ed è rappresentativo della situazione di sofferenza, in cui versano tutti i principali corsi d'acqua al nord.

"Sono gli effetti dell'assenza di precipitazioni invernali significative al nord, dove in molte zone non piove da due mesi ed è scattato addirittura l'allarme incendi, favorito dal vento forte, dalla Lombardia al Piemonte, che ha dichiarato lo stato di massima pericolosità su tutto il territorio. A preoccupare è anche lo scarso potenziale idrico, stoccato sotto forma di neve nell`arco alpino ed appenninico ed il cui valore, soprattutto nella parte lombarda e piemontese, registra un -58%.

Una situazione, che mette a rischio le coltivazioni che, sottolinea Coldiretti, avranno bisogno d'acqua per crescere al risveglio vegetativo, favorito da un inverno mite. Nelle campagne, infatti, le mimose sono fiorite in grande anticipo, da nord a sud del Paese, sul tradizionale appuntamento della Festa della Donna dell'8 marzo; il caldo ha provocato il "risveglio" anticipato della natura con i mandorli, che sono già fioriti in Sicilia, rendendo le coltivazioni più vulnerabili ai danni provocati dall'annunciato ritorno del maltempo con repentine ondate di gelo notturno.

La siccità, evidenzia Coldiretti, è diventata la calamità più rilevante per l'agricoltura italiana con danni stimati, in media, in un miliardo di euro all'anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. I cambiamenti climatici hanno modificato soprattutto la distribuzione sia stagionale che geografica delle precipitazioni, anche se l'Italia i – resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d'acqua, che cadono annualmente, dei quali purtroppo appena l'11% viene trattenuto.

Per risparmiare l'acqua, aumentare la capacità d'irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie, ricorda Coldiretti, è stato elaborato e proposto, insieme ad ANBI, un progetto concreto immediatamente cantierabile nel P.N.R.R.; un intervento strutturale, reso necessario dai cambiamenti climatici, caratterizzati dall'alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza d'acqua lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento ed il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto ed ottimizzare i risultati finali. L'idea è di "costruire", senza uso di cemento per ridurre l'impatto l'ambientale, laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l'acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all'industria ed all'agricoltura, con una ricaduta importante sull'ambiente e sull'occupazione.

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