 
		 Al giro di boa dell'estate, l'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto del Po aggiorna le analisi statistiche con il contributo di tutti i partner istituzionali e portatori di interesse, proiettando uno scenario sostanzialmente fedele, anche se in taluni casi improntato al rialzo, alle aspettative proiettate dalle riunioni tenute alla fine della primavera. L'estate meteorologica si è palesata, fino ad oggi, come particolarmente umida e con temperature prossime ai valori tipici del periodo, considerate le media storiche, ma anche con picchi di calore oltre i 37° al nord come non si registrava da diversi anni. Le precipitazioni si sono dimostrate del tutto abbondanti, in alcuni casi di particolare intensità soprattutto sui rilievi alpini, ma anche distruttive e causa di piene, che hanno causato frane alluvionali. Le piogge sono cadute nel Distretto del fiume Po anche nella primissima parte dell'estate in modalità frequente: un copione molto simile a quello già visto in primavera tant'è che, se si fa riferimento agli scorsi quattro mesi e mezzo (da marzo a metà luglio), in molte località del Distretto sono stati superati i precedenti record storici in termini di accumuli pluviometrici. Solo i territori della Romagna, colpiti dall'alluvione nel 2023, in questo inizio 2024 stanno riscontrando apporti pluviometrici leggermente sotto la media per il periodo di riferimento. I fiumi del Distretto, complice anche lo scioglimento del manto nivale, che ad inizio stagione si presentava abbondante lungo tutto l'arco alpino, continuano a mantenere valori di deflusso mensili, pari ai valori massimi del periodo e, in alcuni casi, anche maggiori. Rispetto al periodo 1991-2020, il fiume Po ha fatto registrare alla sezione di chiusura di Pontelagoscuro nuovi valori massimi di portata media mensile nei mesi di marzo e giugno (3.174 e 2.926 metri cubi al secondo rispettivamente) e valori prossimi ai massimi nei mesi di aprile e maggio. Situazione quella del Po diametralmente opposta a quella, che si riscontrava esattamente due anni fa, quando il 24 luglio del 2022 il fiume Po, sempre a Pontelagoscuro, registrava la più bassa portata media giornaliera di sempre: mc/s. I livelli idrici dei grandi laghi alpini sono prossimi ai massimi storici per il periodo come nel caso del lago di Garda. Ovviamente, come anticipato, non sono mancati i problemi legati all'intensità dei fenomeni a scala locale. Infatti, negli ultimi mesi sono stati registrati numerosi fenomeni di piena, distribuiti in tutto il Distretto e che hanno provocato anche ingenti danni come nei casi di Cervinia e Cogne, in Valle d'Aosta. Purtroppo, anche questo inizio 2024, così anomalo dal punto di vista delle precipitazioni, rientra nella casistica prevista a seguito dei cambiamenti climatici in atto. Tutti i dati di analisi approfondita, contenuti nei periodici bollettini, sono visibili e consultabili sul portale istituzionale dell'ente, che li mette a disposizione all'interno della sezione dedicata sul link: https://www.adbpo.it/osservatorio-permanente/ . "Come più volte ricordato nel recente periodo soprattutto – rimarca il responsabile dell'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici e dirigente dell'Autorità di Bacino Distrettuale, Francesco Tornatore – il Distretto del fiume Po è considerato a scala mondiale un hotspot climatico, ossia un'area caratterizzata da un alto grado di indeterminatezza previsionale, che genera incertezza sugli sviluppi futuri del clima e dove si registrerà una variazione significativa del regime piovoso con un aumento degli eventi idrometeorologici estremi. È ormai evidente che ci troviamo davanti ad un cambiamento epocale, che deve essere affrontato con la giusta visione. Questo vuol dire che non si può continuare a ragionare secondo i soliti schemi e che occorre essere pronti ad accettare il fatto che, per adattarci alle nuove condizioni ambientali, potremmo dover riadattare il nostro modello di gestione del territorio, che ormai non è più in grado di conciliare la variabilità di fenomeni meteorologici estremi, che provocano siccità ed alluvioni, con le aspettative sociali ed economiche delle comunità locali."
Al giro di boa dell'estate, l'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto del Po aggiorna le analisi statistiche con il contributo di tutti i partner istituzionali e portatori di interesse, proiettando uno scenario sostanzialmente fedele, anche se in taluni casi improntato al rialzo, alle aspettative proiettate dalle riunioni tenute alla fine della primavera. L'estate meteorologica si è palesata, fino ad oggi, come particolarmente umida e con temperature prossime ai valori tipici del periodo, considerate le media storiche, ma anche con picchi di calore oltre i 37° al nord come non si registrava da diversi anni. Le precipitazioni si sono dimostrate del tutto abbondanti, in alcuni casi di particolare intensità soprattutto sui rilievi alpini, ma anche distruttive e causa di piene, che hanno causato frane alluvionali. Le piogge sono cadute nel Distretto del fiume Po anche nella primissima parte dell'estate in modalità frequente: un copione molto simile a quello già visto in primavera tant'è che, se si fa riferimento agli scorsi quattro mesi e mezzo (da marzo a metà luglio), in molte località del Distretto sono stati superati i precedenti record storici in termini di accumuli pluviometrici. Solo i territori della Romagna, colpiti dall'alluvione nel 2023, in questo inizio 2024 stanno riscontrando apporti pluviometrici leggermente sotto la media per il periodo di riferimento. I fiumi del Distretto, complice anche lo scioglimento del manto nivale, che ad inizio stagione si presentava abbondante lungo tutto l'arco alpino, continuano a mantenere valori di deflusso mensili, pari ai valori massimi del periodo e, in alcuni casi, anche maggiori. Rispetto al periodo 1991-2020, il fiume Po ha fatto registrare alla sezione di chiusura di Pontelagoscuro nuovi valori massimi di portata media mensile nei mesi di marzo e giugno (3.174 e 2.926 metri cubi al secondo rispettivamente) e valori prossimi ai massimi nei mesi di aprile e maggio. Situazione quella del Po diametralmente opposta a quella, che si riscontrava esattamente due anni fa, quando il 24 luglio del 2022 il fiume Po, sempre a Pontelagoscuro, registrava la più bassa portata media giornaliera di sempre: mc/s. I livelli idrici dei grandi laghi alpini sono prossimi ai massimi storici per il periodo come nel caso del lago di Garda. Ovviamente, come anticipato, non sono mancati i problemi legati all'intensità dei fenomeni a scala locale. Infatti, negli ultimi mesi sono stati registrati numerosi fenomeni di piena, distribuiti in tutto il Distretto e che hanno provocato anche ingenti danni come nei casi di Cervinia e Cogne, in Valle d'Aosta. Purtroppo, anche questo inizio 2024, così anomalo dal punto di vista delle precipitazioni, rientra nella casistica prevista a seguito dei cambiamenti climatici in atto. Tutti i dati di analisi approfondita, contenuti nei periodici bollettini, sono visibili e consultabili sul portale istituzionale dell'ente, che li mette a disposizione all'interno della sezione dedicata sul link: https://www.adbpo.it/osservatorio-permanente/ . "Come più volte ricordato nel recente periodo soprattutto – rimarca il responsabile dell'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici e dirigente dell'Autorità di Bacino Distrettuale, Francesco Tornatore – il Distretto del fiume Po è considerato a scala mondiale un hotspot climatico, ossia un'area caratterizzata da un alto grado di indeterminatezza previsionale, che genera incertezza sugli sviluppi futuri del clima e dove si registrerà una variazione significativa del regime piovoso con un aumento degli eventi idrometeorologici estremi. È ormai evidente che ci troviamo davanti ad un cambiamento epocale, che deve essere affrontato con la giusta visione. Questo vuol dire che non si può continuare a ragionare secondo i soliti schemi e che occorre essere pronti ad accettare il fatto che, per adattarci alle nuove condizioni ambientali, potremmo dover riadattare il nostro modello di gestione del territorio, che ormai non è più in grado di conciliare la variabilità di fenomeni meteorologici estremi, che provocano siccità ed alluvioni, con le aspettative sociali ed economiche delle comunità locali."