"Se è colpevole che in Italia si stiano continuando a consumare 20 ettari di terreno al giorno, è irresponsabile che in un anno siano stati impermeabilizzati oltre 16 chilometri quadrati in aree a conclamato rischio idraulico, di cui oltre 4 in zone classificate ad elevato pericolo; a ciò si aggiungono oltre 5 chilometri quadrati di territorio urbanizzato a rischio frana. Sono tragedie annunciate a fronte soprattutto dell'estremizzazione degli eventi meteo e per prevenire le quali le attività di prevenzione del rischio idrogeologico sono evidentemente impotenti. Per questo, ribadiamo la richiesta di approvare urgentemente la legge contro l'eccessivo consumo di territorio, ferma da 11 anni nei meandri parlamentari; nel frattempo invitiamo i cittadini a consultare le mappe del rischio, disponibili presso i Consorzi di bonifica, così come chiediamo ai Comuni di ripristinare i toponimi indicativi delle criticità territoriali: sono piccoli accorgimenti di adattamento alle conseguenze di una crisi climatica, accentuate da alcune sciagurate scelte urbanistiche": a richiamare l'attenzione su questi dati del rapporto SNPA-Ispra, all'indomani della Giornata Mondiale del Suolo, è Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI.