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L’ITALIA DEL CLIMA CAMPIONE D’EUROPA: IN SARDEGNA LA LOCALITA’ PIU’ CALDA DEL CONTINENTE

Pubblicato il 12/06/2025

In un periodo caratterizzato da dolorose sconfitte sportive è l'Italia climatica a segnare nuovi record con il passaggio del testimone fa grandi isole: dopo la Sicilia, infatti, nel fine settimana un'ampia zona del Sud Sardegna toccherà i 40 gradi ed il comune di Ottana, nel Nuorese, sarà il più caldo d'Europa, toccando i 41°. Ad indicarlo è l'Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che segnala anche come queste anomale temperature africane a Giugno stiano ormai interessando l'intera Penisola fino all'arco alpino dove, attorno ai 1000 metri, le temperature massime si aggirano oltre i 25° (sulle Grandes Murailles, a 2566 metri in Valle d'Aosta, sono 17 giorni che non si scende sotto zero e da una settimana le massime superano gli 11°).


Permangono le anomalie termiche del mar Mediterraneo, che molto influiscono sulla meteorologia dei Paesi dell'area ed a maggior ragione dell'Italia, "ponte" naturale verso l'Africa: nel fine settimana, tra Libia e Sicilia così come sul mar Tirreno fra Sicilia e Calabria ed al largo delle perle coste sarde, l'acqua si riscalderà fino a toccare i 27° (fonti Meteored-ECMWF).


"La crisi climatica sul bacino del Mediterraneo – esorta Francesco Vincenzi, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – deve essere prioritaria nell'agenda di tutta l'Europa, perché foriera di profonde trasformazioni sociali oltre che economiche ed ambientali."


Questa prima fase della stagione calda, con un clima già estremo, si preannuncia prologo ad una lunga estate rovente con alte temperature fino ad Ottobre inoltrato, amplificando le conseguenze sulle regioni maggiormente sottoposte a stress termico e che finora hanno accumulato riserve idriche insufficienti: in Sardegna, regione simbolo delle contraddizioni meteo, nel mese di maggio le riserve idriche si sono ridotte di 12,93 milioni di metri cubi; la Nurra, nel NordOvest dell'isola, assiste impotente alla desertificazione di molte campagne con invasi ai minimi (mln.mc. 19,75 cioè il 18,14% di riempimento), nonchè temperature stabilmente al di sopra dei 30° e che accelerano il fenomeno dell'evapotraspirazione; male anche l'Alto Cixerri, dove i bacini sono pieni al 19,10%. Sul versante opposto i sistemi idrici di Alto Taloro, Posada, Cedrino ed Ogliastra registrano invece straordinari valori di riempimento dei bacini tra il 93% e quasi il 100%; bene anche la Gallura con la diga del Liscia al 74,23% e l'Alto Coghinas, dove i bacini sono al 78% della capacità (fonte: Adb Sardegna).


In Puglia la situazione è drammatica, nonostante le precipitazioni di Maggio (mm. 43,6 in media) siano state superiori del 32% rispetto alla media storica e con una distribuzione piuttosto omogenea, tranne che sul Tavoliere, dove sono state più scarse (mm. 30 ca. in media) e sui monti Dauni, dove sono state invece più abbondanti. La Capitanata combatte da due settimane una guerra impari con temperature straordinarie (37°- 38°) e con accumuli d'acqua, che probabilmente non basteranno nemmeno a soddisfare il fabbisogno potabile nei prossimi mesi, senza contare i danni ad un'agricoltura già compromessa da oltre un anno di siccità; gli invasi foggiani trattengono ora volumi idrici, pari a mln.mc. 106,6: oltre 64 milioni in meno dello scorso anno.


In Basilicata, tra acqua evaporata ed utilizzata per contrastare la calura, gli invasi sono calati di 5,62 milioni di metri cubi in una settimana: i bacini di raccolta ne trattengono ora circa 266 milioni, cioè il 14% in meno rispetto al 2024.


In Calabria la diga del Menta, pur trattenendo più acqua rispetto allo scorso anno (+mln. mc. 4,62) registra - 21% sul quantitativo di risorsa invasabile; ancor più grave è la situazione del bacino di Alaco, il cui deficit si attesta al 47,8%.


In Sicilia, pur in una condizione "a macchia di leopardo", nei volumi invasati si registra un decremento di 1,2% in una ventina di giorni.


In Campania, i volumi idrici trattenuti nel lago di Conza segnano -mln. mc. 3,17 sullo scorso anno e - 25,69% sul potenziale riempimento autorizzato. Le sorgenti di Cassano Irpino registrano le portate più scarse del recente decennio, mentre quelle del Basso Sele nel 2025 sono state mediamente inferiori del 28,3% a quelle registrate nei primi 5 mesi del 2024 (fonte: AdB Appennino Meridionale).


Nel Lazio continuano a calare i livelli dei laghi Bracciano e Nemi: il primo registra -cm. 107 (un centimetro più basso dello scorso anno); il secondo, decrescendo di ulteriori 2 centimetri in una settimana, registra ormai un livello inferiore di ben 22 centimetri al 2024.


Si riducono le altezze lacustri anche in Umbria: il Trasimeno registra un'ulteriore decrescita di ben 3 centimetri in una settimana, ampliando così il "gap" con l'altezza media storica mensile, fissata a – cm. 87. Nella regione, la cumulata media di pioggia, caduta a Maggio, si attesta a mm. 73,35 cioè un valore tra i più alti in anni recenti.


"Pur in una condizione meteoclimatica diversa registriamo però come, settimana dopo settimana, le preoccupazioni idriche stiano interessando crescenti porzioni dell'Italia centrale. La risposta è sempre una: bisogna investire in manutenzione del territorio, infrastrutturazione idraulica ed innovazione" continua a ribadire Massimo Gargano Direttore Generale di ANBI – La nostra presenza in questi giorni al Villaggio Italia, organizzato a Genova per il ritorno della nave scuola Amerigo Vespucci, ha questo significato."


Nelle Marche calano i livelli dei fiumi e negli invasi restano 54,36 milioni di metri cubi d'acqua, pari a 83,22% dei volumi invasabili.


In Toscana sono in contrazione le portate dei fiumi Serchio, Ombrone ed Arno, che è l'unico a mantenere flussi superiori alla media dello scorso ventennio (+121%).


In Liguria risultano decrescenti le altezze idrometriche dei fiumi Entella, Vara, Magra ed Argentina.


In Emilia-Romagna restano deficitarie, seppur in ripresa, le portate dei fiumi Savio, Reno e Secchia; in ulteriore calo, invece, sono i livelli di Enza e Taro.


In Veneto, a crescere sono le portate dei fiumi Adige e Livenza, mentre in netto calo sono quelle di Brenta e Bacchiglione. A Maggio le cumulate pluviometriche sono state superiori alla media (+24%), mentre nell'anno idrologico '24-'25 si sono registrati tra i 150 ed i 200 centimetri di neve in meno, caduta sulle Prealpi e -cm. 150 sui fondivalle delle Dolomiti (fonte Arpav).


In Lombardia le riserve idriche si attestano a mln. mc. 2229,4 : -4,9% rispetto alla media e -31,3% sul 2024.


I grandi laghi del Nord registrano valori di riempimento tra 85,9% (Lario) ed il 102,3% (Verbano).


In Piemonte, il mese di maggio è stato leggermente meno piovoso della media (-5%), pur rimanendo positivo il bilancio nell'anno idrologico (+26%); i deficit pluviometrici mensili più marcati si sono registrati sui bacini dei fiumi Orba (-48%), Toce (-29%), Bormida (-27%), Orco (-22%). L'indice SWE (Snow Water Equivalent) continua ad essere positivo (+29%) ad eccezione che nel Piemonte Meridionale (-64%). Le portate sono in calo per Tanaro (-48% sulla media mensile), Stura di Demonte e Stura di Lanzo. In crescita è la portata della Toce, quasi in linea con le medie del periodo (fonte: Arpa Piemonte).


I flussi nel fiume Po risultano decrescenti nei rilevamenti piemontesi ed in aumento, invece, tra Cremona ed il delta, dove le portate registrate sono superiori a quelle medie del periodo (+20% circa a Cremona; +25% a Pontelagoscuro).


Infine, in Valle d'Aosta, il livello della Dora Baltea continua a salire e, nonostante una battuta d'arresto, si mantiene abbondante la portata d'acqua anche nell'alveo del torrente Lys (mc/s 10,20).

Modificato in data 12/06/2025 11:36

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