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SENZA ACQUA NON C’E’ CIBO: ECCO IL VALORE DELL’IRRIGAZIONE

Pubblicato il 13/06/2025

In un'estate anticipatamente torrida e già con evidenti emergenze idriche in alcune zone nel Sud del Paese (in primis, Capitanata in Puglia e Nurra in Sardegna) prosegue l'impegno di ANBI anche per comunicare l'importanza dell'innovazione tecnologica a servizio dell'irrigazione per l'eccellenza del "made in Italy agroalimentare", nostro elemento distintivo nel mondo.

Mentre a Genova, cinque ANBI regionali (Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana) si alternano nella gestione dello spazio (con annessa piccola area dimostrativa "Acqua Campus" del Consorzio C.E.R.) nel Villaggio Italia, allestito dal M.A.S.A.F. per la conclusione del tour mondiale della nava scuola "Amerigo Vespucci", ad Udine l'Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue è presente con uno stand allestito da ANBI Friuli Venezia Giulia all'interno del Villaggio Coldiretti, che anima il centro città in questo fine settimana; tre gli enti consorziali, operanti a Nord Est: Pianura Friulana (con sede nel capoluogo regionale), Cellina Meduna (con sede a Pordenone), Venezia Giulia (con sede a Ronchi dei Legionari, nel Goriziano).

ANBI evidenzia come sia stato uno studio proprio dell'Università di Trieste ad indicare il peso economico dell'irrigazione a partire dall'effetto prodotto sul valore dei suoli agrari, stimando una relazione statisticamente significativa fra il VAM (Valore Agricolo Medio) di una coltura e la possibilità di irrigarla.

Dall'analisi emerge che il V.A.M. delle colture economicamente più importanti (seminativo, frutteto, orto, prato) si aggira sui 40.000 euro ad ettaro, con un massimo al Nord pari a 52.000 euro/ha e il minimo nel Centro, 20.000 euro/ha. La presenza dell'irrigazione discrimina in modo significativo il valore, introducendo una differenza fra irriguo e non irriguo pari mediamente a 13.500 euro/ha; in termini percentuali tale "forbice" è più elevata al Centro-Sud (60-80%) rispetto al Nord (39%) a causa delle sempre più marcate differenze climatiche.

Il beneficio prodotto dall'irrigazione si differenzia, oltre che per latitudine geografica anche per colture praticate: nei seminativi, mediamente, l'incremento di valore riconducibile all'irrigazione è pari a circa il 27%. Il contributo massimo si registra per i suoli a colture specializzate: frutteto (+35%) e orto (+82%); significativo è pure il contributo fornito al valore dei prati (+48%) che, nel Nord, richiedono elevati volumi d'acqua.

"Bastano questi dati a far capire l'indispensabile funzione produttiva dell'irrigazione per l'agricoltura italiana, nonché l'importanza dell'azione svolta in sede comunitaria, attraverso Irrigants d'Europe, per affermare la specificità dell'ambiente mediterraneo, ormai riconosciuto dalla scienza come un hub della crisi climatica" afferma Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI. 

L'Italia è tra i Paesi europei, che maggiormente fanno ricorso all'irrigazione: è seconda in termini di superficie irrigata solo alla Spagna (circa 2.400.000 ettari contro i 3 milioni di ettari iberici, dove si trattiene circa il 35% dell'acqua piovana contro l'11% dell'Italia) e quarta in termini di incidenza della superficie irrigata sulla S.A.U. (Superficie Agricola Utile) con circa il 9%, dopo Malta, Cipro e Grecia, che irriga circa il 20% della S.A.U. .

Per più della metà della S.A.U. irrigata, 1.300.000 ettari su 2.400.000, l'irrigazione è gestita in maniera collettiva ad opera di enti irrigui.

Lo studio dell'Università di Trieste ha permesso di evidenziare come l'irrigazione, essenziale per la sopravvivenza di sistemi agricoli basati sulle colture specializzate, contribuisca in modo significativo al valore agricolo e quindi al reddito di tutte le principali colture praticate in Italia, determinando non solo l'entità del reddito, ma anche la sua stabilità nel tempo, diminuendo il rischio economico a livello di impresa agricola.

"Per questo – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – chiediamo che i 142 Consorzi di bonifica ed irrigazione siano messi maggiormente nelle condizioni di rispondere agli interessi del Paese attraverso importanti investimenti nella ricerca e sul territorio: dalle infrastrutture idrauliche ai bacini idrici multifunzionali."

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