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L’IDROVORA BARBEGARA TRA STORIA, FUNZIONE E NUOVE SFIDE CLIMATICHE

Pubblicato il 16/06/2025

Si è tenuto, nella suggestiva cornice della Corte Benedettina di Correzzola, il convegno "Cent'anni di bonifica nella Bassa Padovana. Idrovora Barbegara tra storia, funzione e prospettive per il territorio". L'evento, organizzato dal Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, ha celebrato un secolo di attività dell'idrovora Barbegara, simbolo di una bonifica, che affonda le sue radici in millenni di storia, dal XII secolo fino all'età contemporanea.

L'idrovora Barbegara, un'opera monumentale, è stata fondamentale per bonificare l'area della fossa Paltana storicamente paludosa e flagellata dalla malaria. Oggi, insieme alle altre 61 idrovore gestite dal Consorzio di bonifica Adige Euganeo, rappresenta la spina dorsale di questa vasta porzione tra la provincia di Padova e Venezia. L'impianto continua a garantire il drenaggio delle acque in un territorio di circa 8.000 ettari, un terzo dei quali si trova sotto il livello del mare. Quest'area cruciale, che ospita circa 25.000 abitanti, comprende i comuni di Cartura, Pernumia, San Pietro Viminario, Conselve, Terrassa Padovana, Bovolenta, Pontelongo, Correzzola, Candiana, Arre e Cona. L'idrovora Barbegara raccoglie le acque dell'omonimo canale e del canale Nuovo Paltana e le solleva con una capacità di 12 metri cubi al secondo, facendo compiere un salto di circa tre metri per raggiungere il livello del mare.

I saluti istituzionali al convegno ed una breve introduzione storica sull'impianto Barbegara sono stati affidati a Mauro Fecchio, sindaco del Comune di Correzzola. Successivamente, Alex Vantini, Presidente di ANBI Veneto, ha fornito un quadro generale sulla bonifica nel Veneto. La storica ed autrice Maria Caterina Lovison ha poi ripercorso l'evoluzione del paesaggio, dalla bonifica benedettina a quella in età moderna, mostrando come l'intervento umano abbia plasmato il territorio attraverso i secoli.

Una disamina storica più dettagliata sull'impianto Barbegara è stata presentata da Giuseppe Gasparetto Stori, ingegnere del Consorzio di bonifica Adige Euganeo. Il suo intervento ha messo in luce la straordinaria impresa, che fu la realizzazione del progetto Barbegara, parte di un intervento più ampio, che incluse anche le idrovore coeve di Rebosola e San Silvestro. Per dare un'idea della portata di questo sforzo, basti pensare che furono scavati a mano ben 2.650.000 metri cubi di terra, impiegando contemporaneamente fino a 2.000 operai. Questo enorme movimento terra è equivalente allo scavo di una buca di 100 ettari e profonda quasi 3 metri. L'intervento incluse anche la costruzione di numerosi ponti, strade ed innovative botti a sifone, come le botti Sugana, Civé e Santa Marina. Il costo complessivo dell'opera fu di 31 milioni di lire dell'epoca, una cifra che, attualizzata, corrisponde a circa 160 milioni di euro, finanziata per il 65% dallo Stato.

Il Presidente del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, Fabrizio Bertin, ha illustrato le idee concepite dagli ingegneri del Consorzio per affrontare le sfide future di questo impianto. "Le due soluzioni che sono state immaginate, ma in realtà si tratta di interventi funzionali l'uno all'altro, riguardano la realizzazione di una nuova idrovora da 15 metri cubi al secondo, a fianco dell'esistente, dal costo stimato di 10 milioni di euro ed una diversione idraulica per alleggerire la botte delle Trezze, per circa 7 milioni di euro; sono già complete di progetti e preventivi, interventi che potranno essere realizzati per stralci, ha dichiarato Bertin. Queste proposte rappresentano un passo concreto verso una gestione idraulica più resiliente e adatta alle nuove condizioni climatiche, garantendo un drenaggio più efficace, potendo contare su due diversi punti di scarico: il fiume Bacchiglione e la laguna di Venezia.

Questi interventi hanno chiamato in causa l'Assessore Regionale del Veneto a Fondi UE, Turismo, Agricoltura e Commercio Estero, Federico Caner, presente all'appuntamento. Il problema principale rimane quello delle risorse. "Per il Veneto – ha spiegato - il cambiamento climatico rappresenta una sfida senza precedenti, che sta stravolgendo il nostro rapporto con l'acqua. Se in passato eravamo abituati a gestire un eccesso di risorse idriche, oggi dobbiamo trovare un nuovo e fondamentale equilibrio." 

La necessità di un nuovo "disegno" del territorio è più che mai pressante.

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