Una lavatrice, tubi di ogni dimensione, pezzi di lamiera, contenitori di plastica e molto altro: ancora una volta il fiume Arno si trasforma in una discarica a cielo aperto; a fare la triste scoperta è stato il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno che, nel corso degli interventi di manutenzione, ha rinvenuto un vero e proprio accumulo di rifiuti abbandonati nell'alveo.
"Durante i lavori di taglio, sfalcio e successiva risagomatura del letto, eseguiti, nel comune di Bibbiena, in una delle aree del Casentino più esposte al rischio idraulico durante le piene, abbiamo portato alla luce materiali di ogni genere, compresi rifiuti ingombranti - spiega Chiara Lilli, ingegnere del settore difesa idrogeologica del Consorzio di bonifica - In stretta collaborazione con il Comune abbiamo provveduto alla rimozione ed al corretto conferimento in discarica, seguendo le procedure previste."
L'intervento programmato nel Piano delle Attività 2025 è stato reso più complesso dall'inciviltà di pochi che, oltre ad inquinare, hanno contribuito ad ostacolare il lavoro di prevenzione del rischio idraulico in un tratto particolarmente delicato del fiume.
"La presenza di oggetti di grandi dimensioni rappresenta un ulteriore fattore di rischio, soprattutto in occasione di eventi meteo estremi, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici - sottolinea la presidente del Consorzio di bonifica, Serena Stefani - Questi materiali possono formare veri e propri tappi, che ostacolano il regolare deflusso dell'acqua, aumentando il pericolo di esondazioni. Inoltre, la loro rimozione comporta rallentamenti nei lavori di manutenzione e costi aggiuntivi che, alla fine, ricadono su tutta la collettività."
Per questo motivo, il Consorzio di bonifica è impegnato da anni in progetti di educazione ambientale, rivolti alle scuole ed in campagne di sensibilizzazione, in collaborazione con Legambiente e altre associazioni del territorio. Tra queste spicca "Splastichiamo i fiumi", campagna di comunicazione, realizzata con il contributo dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Settentrionale.
Nonostante l'impegno, la lotta contro l'inciviltà resta lunga e difficile. Di qui l'ennesimo appello della presidente, Stefani: "Fermiamo l'abbandono di rifiuti nei fiumi e lungo le sponde. È un gesto irresponsabile, che mette a rischio la sicurezza idraulica e compromette la qualità dell'ambiente."
Nell'occasione il Consorzio di bonifica ricorda anche quali sono le sue competenze in materia di rifiuti rinvenuti nei corsi d'acqua.
"Non siamo autorizzati a svolgere attività di recupero e smaltimento dei rifiuti abbandonati in modo sistematico - precisa Chiara Lilli - Come stabilito dalla giunta regionale della Toscana possiamo intervenire solo durante le lavorazioni ordinarie di manutenzione idraulica. In questi casi, sospendiamo immediatamente i lavori, delimitiamo l'area e comunichiamo il ritrovamento al Comune, che a sua volta attiva il soggetto, gestore dei rifiuti urbani. Il gestore, effettuato il raggruppamento dei materiali rinvenuti, nel rispetto di quanto disposto dalla delibera regionale, provvede alla loro raccolta, al trasporto ed al recupero e/o smaltimento. In presenza di rifiuti pericolosi, come l'amianto, comunichiamo immediatamente al Comune la necessità di un intervento urgente da parte di personale specializzato."