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LA CRISI CLIMATICA NON E' ANDATA IN VACANZA - ITALIA FRA SICCITA' E NUBIFRAGI HA BISOGNO DI MAGGIORE CULTURA DELL'ACQUA

Pubblicato il 11/09/2025

L'Italia si trova in mezzo ad un ciclone generato dallo scontro tra il fronte instabile in discesa dall'Europa settentrionale e le correnti caldo-umide della regione mediterranea, provocando nubifragi, nonché i cosiddetti "V-Shape", cioè i temporali rigeneranti, capaci di scaricare quantità enormi di pioggia in uno stesso luogo. Ne sono testimonianza d'attualità, gli allagamenti a Bibione nel Veneto (245 millimetri di pioggia in poco tempo) e Portoferraio sull' isola d'Elba (caduti oltre 120 millimetri d'acqua), ma anche gli eventi estremi, che hanno colpito le province settentrionali toscane (mm. 167 su Carrara), i comuni a Nord di Roma (mm.130 su Manziana) ed altre province dell'Italia Centrale (mm.126 su Frosinone).

Secondo le previsioni sono molte le regioni italiane a rischio per via di già previsti eventi estremi con la Campania proprio al centro del fronte temporalesco.

"Sono i fatti a dimostrare la necessità di una maggiore cultura idraulica in un Paese che, mentre lavora per aumentare la resilienza dei territori, deve abituarsi a convivere con un crescente rischio idrogeologico" evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

L'European Severe Weather Database (ESWD) segnala come in Agosto siano stati molti gli eventi di intensità anomala, interessanti la nostra Penisola: ben 431 fra tornado, grandine grossa e "bombe d'acqua".

Questa situazione va ad inserirsi in un anomalo contesto climatico, caratterizzato a livello globale da temperature ampiamente superiori alla media: se il mese di agosto è stato il terzo più caldo della storia (fonte: Copernicus), in Europa settentrionale è stato però più fresco del normale mentre ondate di calore hanno colpito i Paesi affacciati sul bacino mediterraneo occidentale.

Dal punto di vista idrologico, l'estate non ha mutato il quadro complessivo nel nostro Paese: Nord Italia ricco d'acqua, Meridione sempre più in crisi, regioni centrali alle prese con manifeste problematiche legate non soltanto alla crisi climatica, ma anche alla gestione del territorio (antropizzazione eccessiva) e ad una generalizzata inadeguatezza dell'infrastrutturazione idraulica.

"I Consorzi di bonifica ed irrigazione sono e saranno protagonisti di una stagione delle inaugurazioni legate ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma non solo. Ora, però, è urgente avviare la programmazione del futuro" ricorda Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

Al Nord le piogge agostane sono state più che abbondanti su quasi tutte le regioni.

I grandi laghi continuano a registrare livelli idrometrici nettamente superiori alla media e valori di riempimento che, nel caso di Benaco e Verbano superano il 70%, mentre per Lario e Sebino sono oltre il 50%.

La portata del fiume Po è deficitaria e supera la media solo alle stazioni di Borgoforte, nel Mantovano (+9,2%) e Pontelagoscuro, nel Ferrarese (+4,8%).

In Valle d'Aosta sono superiori alla media i flussi in alveo della Dora Baltea.

 In Piemonte, i mesi di luglio e di agosto sono stati più "umidi" del consueto: le piogge agostane hanno superato del 37% quelle medie storiche mensili, raggiungendo addirittura +60% nella parte orientale della regione. Ciò nonostante, le portate dei fiumi stanno registrando adesso valori sotto media, pur non discostandosi molto da quelli tipici del periodo.

In Lombardia, piogge superiori addirittura del 110% al consueto sono state registrate nel mese di Agosto, quando gli apporti pluviali nella seconda metà del mese hanno portato ben 173 millimetri d'acqua. Le riserve idriche regionali erano, a fine Agosto, pari a 1592 milioni di metri cubi, vale a dire quasi il 12% più del solito ed anche superiori ai valori registrati nella già fortunata annata 2024; unica eccezione: il bacino del fiume Brembo con un deficit pari al 24% circa.

In Veneto, le portate dei fiumi Adige, Livenza e Brenta sono sovrabbondanti (+13% per l'Adige e +25% per gli altri due), mentre sotto media sono i flussi di Muson dei Sassi e Bacchiglione. Anche qui, Agosto è stato più piovoso del normale: + 53% su base regionale con punte del 96% sul bacino dell'Adige e addirittura del 110% sul bacino scolante nella Laguna di Venezia.

In Emilia-Romagna i corsi d'acqua di origine appenninica, con le eccezioni di Panaro e Santerno, registrano livelli inferiori alle medie storiche e, nel caso della Secchia, anche al di sotto dei minimi storici.

In Liguria, dopo Genova è ora il Levante ad essere interessato da forti perturbazioni; attualmente i livelli dei fiumi superano i valori medi di riferimento.

In Toscana i flussi dei fiumi Serchio e Sieve sono superiori alla media, mentre scarse restano le portate dell'Ombrone, inferiori anche al Deflusso Minimo Vitale.

Nelle Marche i livelli dei fiumi Tronto, Nera e Potenza sono inferiori a quanto registrato nello scorso quinquennio. Le riserve idriche rimanenti negli invasi sono ancora abbondanti in questi ultimi scampoli d'estate, superando i 42 milioni di metri cubi: in anni recenti, tale valore è secondo solo al 2023, che fu particolarmente fortunato dal punto di vista idrico nella regione.

In Umbria, la pioggia caduta ad Agosto è stata mediamente pari a mm. 118 circa, un quantitativo superiore a quello registrato nello scorso quinquennio. Nonostante ciò, la situazione del lago Trasimeno, il cui livello si è ridotto di ulteriori 3 centimetri nel mese scorso, resta fortemente critica (- cm. 68 rispetto alla media). Nell'invaso di Maroggia, alla fine d'Agosto, i volumi residui erano di poco inferiori ai 2 milioni di metri cubi. I flussi in alveo del fiume Chiascio sono superiori alla media, mentre quelli del Topino sono assai più scarsi del normale.

Nel Lazio "bombe d'acqua", brevi e violente, hanno interessato anche la città di Roma con cumulate, che hanno raggiunto i 70 millimetri su alcune zone urbane. Continua altresì ad acuirsi la critica situazione idrica dei laghi di Bracciano, Albano e Nemi: gli ultimi due, preziosi scrigni di biodiversità sui Castelli Romani, vedono ridursi i livelli idrometrici rispettivamente di cm.15 cm e cm.13, nonostante i circa 30 millimetri di pioggia, caduti nella seconda metà d'Agosto. A Castelgandolfo, il declino del lago, che dura da almeno un trentennio (nei recenti due anni, il livello del lago si è abbassato di un ulteriore metro), è drammaticamente testimoniato dai ruderi di infrastrutture costruite all'epoca nel bacino e che ora sono lontane dall'acqua (a esempio, le ormai iconiche piattaforme per gli sport acquatici realizzate per le Olimpiadi del'60).

In Abruzzo, nell'Aquilano, Agosto è stato particolarmente piovoso: oltre il 60% più della media; alla fine del mese, la diga di Penne tratteneva ancora 1,80 milioni di metri cubi d'acqua.

In Puglia, la Capitanata è il territorio, che maggiormente sta soffrendo per la mancanza d'acqua nei due anni recenti; dopo innumerevoli limitazioni nei prelievi, i bacini insistenti in questo territorio sono riusciti a preservare fino ad oggi quasi 60 milioni di metri cubi d'acqua (pari al 18% della capienza autorizzata), sacrificando però buona parte della produzione agricola.

In poco più di un mese le riserve idriche, presenti nei bacini della Basilicata, si sono ridotte di circa 50 milioni di metri cubi: ora ne restano solo mln. mc. 135,34. Ora si guarda alle attese piogge autunnali per riuscire finalmente a ricaricare invasi essenziali per l'economia lucana e per l'approvvigionamento idrico vita anche di regioni limitrofe.

Quest'anno, in Sicilia si sono registrate minori criticità per il comparto potabile, grazie al 37% d'acqua invasata in più, ma lo stato di severità idrica per il comparto agricolo è continuato ad essere molto alto.

In Sardegna, infine, le criticità maggiori continuano a riscontrarsi nei territori dell'Alto Cixerri e della Nurra, dove restano pochi milioni di metri cubi di riserve d'acqua, nonostante la stagione irrigua non sia mai partita. Quasi al termine della stagione turistica, che impatta in maniera significativa sulle risorse naturali dell'Isola, i volumi invasati rimanenti sono pari a mln. mc.784,11: è il valore più basso nei recenti 15 anni. 

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