Così come si fa manutenzione per un'infrastruttura viaria, il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord ha raddrizzato una "strada dell'acqua", cioè quasi quattrocento metri del fiume Versilia: un intervento importante per la gestione del rischio idraulico.
"Nulla di eccezionale per un Consorzio di bonifica, ma la conferma della qualità della cultura idraulica, di cui sono portatori" precisa Francesco Vincenzi, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI)
Accade nel territorio di Seravezza, in provincia di Lucca, dove il fiume Versilia compie due curve successive, causa di altrettanti fenomeni collegati, ma contrapposti: il deposito di sedimenti nelle parti interne delle anse, portando alla formazione di isole fluviali, mentre nelle aree esterne si registrano fenomeni di erosione, dovuti alla maggiore velocità della corrente.
L'ente consorziale ha così provveduto a rimettere in asse il corso d'acqua, ricentrandolo attraverso la movimentazione dei sedimenti che, prelevati dall'alveo mediante appositi mezzi meccanici, sono stati posizionati sulla sponda, dove il flusso dell'acqua aveva causato un'erosione della banchina: lo scopo principale, infatti, è stato ripristinare la stabilità dell'argine, creando una protezione naturale e sostenibile contro ulteriori fenomeni erosivi. Questo tipo d'intervento ha minimizzato l'impatto sulle condizioni ecologiche dell'area fluviale, in quanto non si è fatto ricorso all'apporto di materiale esterno, ma si è riutilizzato quello in loco.
Intanto, in un altro comprensorio della regione, migrati i gruccioni, gli operai e le macchine del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno hanno completato in tempi record l'intervento sul fiume Arno, in località Ponte a Poppi, in provincia di Arezzo, temporaneamente sospeso per evitare la distruzione dei nidi e consentire lo sviluppo dei pulcini della variopinta specie di uccelli.
"Per mettere in sicurezza l'area, prima del periodo autunnale, abbiamo accelerato le operazioni - spiega Chiara Lilli, ingegnere del Settore Difesa Idrogeologica dell'ente consortile - Nel giro di pochissimi giorni, la sponda interessata da profonde erosioni è stata stabilizzata con un intervento, che ha previsto la movimentazione di oltre 10.000 metri cubi di sedimenti fluviali e la ricentratura dell'asse dell'Arno".
"In questo modo – sottolinea la Presidente dell' "Alto Valdarno", Serena Stefani - siamo riusciti a garantire due obbiettivi: la protezione degli uccelli, che avevano nidificato sulle sponde erose, ma anche la mitigazione del rischio idraulico, contenendo i rischi, che si potrebbero verificare con le prime piene autunnali."
La manutenzione delle sponde del celebre fiume toscano viene effettuata anche dal Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno, grazie anche ad un macchinario speciale, in grado di galleggiare per operare sotto i più famosi ponti dell'area Unesco a Firenze: si tratta di uno speciale escavatore anfibio per la manutenzione delle sponde nei tratti, in cui è impossibile operare con i mezzi e la strumentazione tradizionali, riprofilando le sponde dove, piena dopo piena, si accumulano sabbie e detriti da rimettere in corrente, mentre tronchi e rifiuti vengono raccolti e fatti smaltire.
"Uno spettacolare lavoro idraulicamente utile, che migliora anche il colpo d'occhio sulle sponde dell'Arno nel centro storico fiorentino – commenta il Presidente dell'ente consorziale, Paolo Masetti – E' proprio il caso di dire che la sicurezza genera bellezza, cioè le capacità tecnico-operative dei Consorzi di bonifica contribuiscono anche alla tutela del paesaggio e dei siti storici, attraversati dalle arterie idriche sia in campagna che in città."
"E' questo un tassello della costante azione di prevenzione idrogeologica, svolta dai Consorzi di bonifica lungo la Penisola, soprattutto in vista della stagione autunnale, che si auspica possa essere regolarmente piovosa - conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI - Per questo, da tempo abbiamo proposto un Piano di efficientamento della rete idraulica del Paese, indicando 858 interventi, che con un investimento di circa 4 miliardi e 339 milioni di euro garantirebbero oltre 21.000 posti di lavoro."