Incrementa la superficie di risaie nel Delta del Po: nel 2025, il computo degli ettari coltivati a riso riporta, infatti, valori positivi nel confronto con il 2024: 595 ettari rispetto a ha. 475, cioè +25,3% sull'anno record negativo del nuovo secolo (nel 2000 le risaie occupavano ancora 2150 ettari!)
"È il segnale di un'inversione di tendenza rispetto al calo pressoché costante, registrato da decenni; non è la fine del problema, ma la conferma di essere sulla strada giusta" commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
Le risaie sono tornate nel tratto finale dell'Isola di Ariano, dove Po di Donzella e Po di Goro scorrono paralleli prima di sfociare nel mare Adriatico; questa terra, già vocata alla coltivazione del riso, aveva visto negli anni abbandonare la pregiata coltivazione a causa dell'ingressione salina e della conseguente chiusura delle derivazioni.
"Per il Delta del Po, 120 ettari di risaia in più significa aumentare la produzione agricola di qualità, ma anche riscoprire il paesaggio agricolo originario e quindi preservare la propria identità – spiega il Direttore dell'ente consorziale, Rodolfo Laurenti.
L'avvio a fine primavera di un impianto irriguo presso l'idrovora Goro e l'ammodernamento della rete irrigua con un'infrastruttura tubata, lunga 3 chilometri, hanno ora portato garanzia di approvvigionamento idrico fino in località Bacucco (l'acqua di bonifica del canale Veneto): i lavori, progettati e realizzati dal Consorzio di bonifica Delta del Po, sono stati finanziati con 9.800.000 euro di risorse P.S.R.N. (Piano di Sviluppo Rurale Nazionale), che hanno consentito anche altri interventi nell'Isola di Ariano.
"È la dimostrazione di come risorse ben utilizzate possano portare a risultati concreti talvolta anche in breve tempo - conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – In questo caso si sommano due questioni, oggetto di attenzione nelle nostre strategie: preservare le aree umide dalla risalita del cuneo salino e valorizzare le zone interne, creando le condizioni per il permanere della popolazione, garantendone l'indispensabile presidio umano. Di fronte alla crisi climatica, infatti, è necessario avere un territorio più resiliente e ciò non può prescindere anche dal riequilibrare la pressione antropica."