Dall'analisi delle devastanti alluvioni che hanno colpito l'Emilia-Romagna nel 2023 e 2024, un gruppo di ricercatori del CMCC (Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici) descrive per la prima volta come una particolare conformazione orografica renda alcune regioni particolarmente soggette ad alluvioni estreme. È l'effetto "cul-de-sac": le montagne intrappolano su un'area circoscritta e per diversi giorni aria umida, convogliata da un ciclone stazionario, portando così a precipitazioni prolungate e violente..
Dall'analisi del caso dell'Emilia-Romagna, la ricerca suggerisce che lo stesso effetto potrebbe riprodursi in aree geografiche con una simile conformazione orografica nell'area mediterranea.
Eventi estremi di questa portata, finora molto rari, possono diventare più frequenti, in un clima mediterraneo in continuo riscaldamento, come dimostra la ricerca, che ha analizzato le tendenze degli eventi negli scorsi 40 anni.
Dall'analisi di eventi passati alla luce dell'effetto "cul-de-sac", lo studio evidenzia l'urgenza di rafforzare monitoraggio, previsione e preparazione nell'area mediterranea.
"La nostra analisi mostra che il tipo di ciclone persistente, che ha causato le alluvioni del 2023 e del 2024 in Emilia-Romagna non è unico di questa regione. Altre aree mediterranee con una geografia simile potrebbero essere esposte a rischi analoghi e questi eventi potrebbero diventare più frequenti man mano che il clima continua a cambiare - spiega Enrico Scoccimarro, senior scientist del CMCC e primo autore dello studio - Ciò ha importanti implicazioni per la progettazione e l'operatività dei sistemi di allerta precoce."
Lo studio introduce un nuovo indicatore, la "persistence density" dei cicloni, che potrebbe contribuire allo sviluppo di sistemi di allerta più efficaci. Monitorando la presenza e la persistenza di questi cicloni, gli scienziati potrebbero migliorare le previsioni di eventi di precipitazioni estreme, non solo nel breve termine ma anche su scale stagionali.
"Questo studio rappresenta il primo passo di un piano a lungo termine del CMCC per sviluppare sistemi di allerta precoce per le alluvioni su scala stagionale - aggiunge Scoccimarro - L'obiettivo è valutare la capacità dei nostri modelli numerici e degli strumenti basati sull'intelligenza artificiale di prevedere le condizioni di larga scala. che portano ad eventi di precipitazioni estreme, andando oltre i limiti degli attuali modelli ed aiutando le comunità a prepararsi meglio."
L'analisi dei dati storici suggerisce che le condizioni favorevoli a eventi di pioggia estrema e persistente sono aumentate negli ultimi quarant'anni. Con i cambiamenti climatici, questi episodi caratterizzati dall'effetto "cul-de-sac" potrebbero diventare più frequenti, sottolineando l'urgenza di potenziare monitoraggio, previsione e pianificazione in tutte le regioni mediterranee vulnerabili.