Crisi climatica, siccità, eventi meteorici eccezionali; tecniche di coltivazione e strategie d'irrigazione; normative europee e legislazione locale; infrastrutture, investimenti e risorse finanziare: sono solo alcuni dei tanti temi toccati nel corso del tavolo tecnico-istituzionale dedicato alla risicoltura, ospitato dall'Associazione Irrigazione Est Sesia nella propria sede di Novara ed organizzato dall'Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po.
Nel Distretto del Po c'è la più grande area agricola d'Italia, una delle più grandi e produttive d'Europa. La risicoltura è sicuramente una delle colture più importanti con i suoi circa 200.000 ettari di superficie, ricompresi principalmente tra le province di Vercelli, Novara e Pavia. L'areale risicolo del Distretto del Po costituisce un unicum dal punto di vista ambientale, paesaggistico, idrogeologico, economico, storico-culturale e identitario.
I cambiamenti climatici in atto costituiscono una minaccia crescente per la coltivazione del riso e per tutti i territori risicoli italiani. La crisi climatica in atto sta determinando un'alterazione significativa del ciclo idrologico, con inverni sempre meno nevosi ed estati sempre più calde e siccitose, con conseguenze importanti su tutta l'intera area del bacino del Po.
Nel corso dell'incontro si è ribadito come i più affidabili modelli climatici indichino che quest'area registrerà un aumento delle temperature tra i 2 ed i 3 gradi, un aumento delle notti tropicali con temperature massime, superiori ai 30° e minime superiori ai 20°, una diminuzione consistente dei giorni con precipitazioni, ma un aumento delle precipitazioni complessive annue con eventi meteorici più intensi e più concentrati. Tali cambiamenti vanno affrontati con pianificazione e gestione delle risorse nel settore irriguo in generale ed in quello della risicoltura in particolare.
In questo senso, nel corso del tavolo tecnico sono stati toccati tanti temi, che riguardano lo stato di salute del territorio e le prospettive per migliorare la disponibilità della risorsa idrica. Dalla migliore gestione della disponibilità d'acqua dal lago Maggiore, con l'innalzamento del livello di questo grande bacino regolato, alla possibilità di migliorare la disponibilità della risorsa irrigua durante l'inverno; dalla maggiore condivisione di tutti i dati esistenti e raccolti dai diversi soggetti operanti sul territorio alla realizzazione di nuovi studi, collaborando con Università di Milano e Politecnico di Torino. Soprattutto si è però parlato della normativa europea, nonchè della sua applicazione (per esempio, il Deflusso Ecologico) e dei cambiamenti in atto per la produzione del riso, in particolare il passaggio dalla semina in sommersione a quella in asciutta.
"Ci sono tre elementi fondamentali, su cui lavorare e che sono urgenti, perché la programmazione della stagione irrigua comincia già dopo il periodo natalizio - commenta Ettore Fanfani, Commissario Straordinario di "Est Sesia" - Per quanto riguarda il nostro comprensorio, ad esempio, il canale Regina Elena non ha l'acqua invernale e questa è una lacuna, che dobbiamo assolutamente coprire, se vogliamo raggiungere gli obiettivi stagionali. In secondo luogo, l'incentivazione: se vogliamo veramente migliorare la distribuzione idrica, guardando al di là del territorio piemontese, dobbiamo predisporre incentivi, affinché le aziende agricole tornino ad adottare metodi tradizionali, seppur molto più costosi e bisognosi di energie superiori, nonchè tempi di lavorazione maggiori delle semine in asciutta. Infine – conclude Fanfani - c'è il grande problema del Deflusso Ecologico. Si tratta di un tema, che dobbiamo assolutamente affrontare e risolvere; se guardiamo ai benefici che le sommersioni possono avere sul nostro territorio, ma anche e soprattutto per l'intero bacino del fiume Po, dobbiamo applicare Deflussi Ecologici, che siano compatibili con le esigenze di tutti."
L'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po ha organizzato questo tavolo tecnico per programmare una serie di iniziative e realizzare un piano integrato, che raccolga le esigenze di tutti gli attori delle Terre del Riso, da presentare alle istituzioni entro il 2026. I lavori proseguiranno con incontri e tavoli successivi, in modo da raccogliere tutte le istanze, le esigenze e le proposte per sviluppare una strategia comune con l'obiettivo di trovare soluzioni condivise per migliorare la disponibilità e la gestione delle risorse idriche nel territorio risicolo più importante d'Europa.