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I CONSORZI DI BONIFICA GARANTISCONO L’85% DEL PIL MANTOVANO, MA GLI IMPIANTI NECESSITANO DI AMMODERNAMENTO

Pubblicato il 03/05/2016

Centinaia di visitatori ai diversi appuntamenti della Settimana Nazionale della Bonifica e dell'Irrigazione appena conclusa ed una nuova consapevolezza: la sicurezza idraulica nel mantovano ha bisogno di un forte ammodernamento.

"Oltre l'85% delle persone, delle proprietà e del P.I.L. (Prodotto Interno Lordo) mantovani beneficiano dell'attività dei cinque consorzi di bonifica, presenti con l'impegno quotidiano di 286 persone (il 71% tecnici) e di 17 impianti idraulici, di cui la maggior parte purtroppo ha più di 50 anni di vita" hanno, infatti, evidenziato, pochi giorni fa, i presidenti dei Consorzi di bonifica: Elide Stancari (Territori del Mincio), Ada Giorgi (Terre dei Gonzaga in Destra Po), Gianluigi Zani (Garda Chiese), Guglielmo Belletti (Navarolo), Massimo Lorenzi (Mincio).

"Dopo l'approvazione della legge sulla difesa del suolo, la Lombardia, prima regione in Italia, ha colto e riconosciuto il ruolo dei consorzi di bonifica. La loro tutela dell'acqua è a beneficio di un bene prezioso per l'umanità intera e il sistema economico ambientale" ha aggiunto il presidente di ANBI (Associazione Nazonale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) Lombardia, Alessandro Folli.

"Il P.I.L. della nostra provincia – sottolineano ora i presidenti - è frutto dell'attività di 41.600 imprese, che danno lavoro a 178.000 persone: Mantova è uno straordinario esempio europeo di connubio tra terre strappate alle acque e produttività, dato che in questo angolo di Lombardia vivono 415.000 persone. Emblematico è il caso del centro storico del capoluogo, patrimonio Unesco, interamente servito per lo scolo dal consorzio. Ebbene la maggior parte di questi numeri, tra cui quasi 11 miliardi di euro di P.I.L mantovano, sono resi possibili anche grazie all'attività di bonifica sia per l'attività di scolo delle acque che per l'attività di irrigazione e ambientale."

Quanto è stato fatto sino ad ora, però, non è più sufficiente e il delicato equilibrio uomo, natura e produzione rischia di rompersi. L'incedere del tempo, l'usura dettata dal continuo lavoro di impianti e manufatti, cui si è sommato il pesante cambiamento climatico in atto (dal 2000 ad oggi i consorzi hanno rilevato oltre 20 grandi eventi alluvionali con piene ed esondazioni anche in periodi estivi) ci ha portato a compilare un primo elenco per la mitigazione del rischio idrogeologico nei comprensori mantovani: si tratta di 35 opere importanti per la sicurezza idraulica e che assommano a 138 milioni di euro in progetti, meno dell'1,3% del P.I.L. mantovano di un anno.

"Proprio per questo – afferma Donato Artoni, presidente del Wwf mantovano - la tutela dell'ambiente e lo sviluppo sostenibile del territorio comportano che si arrivi ad azioni sinergiche tra gli attori, che si occupano di sicurezza idraulica e quelli che si impegnano per la protezione e il rispetto dell'ambiente. In quest'ottica, piccole e grandi opere di bonifica come vasche di laminazione, canali, fossi nati anche parecchi anni fa come soluzioni di mero controllo idraulico del territorio, diventano oggi fondamentali risorse per la biodiversità e si trasformano, completando il loro ruolo, in vere e proprie scuole a cielo aperto per percorsi di educazione ambientale." Emblematico, in tal caso, un numero: i consorzi di bonifica mantovani gestiscono una rete di canali, che assomma a 3.664 chilometri, dove passano le acque di scolo, ma anche quelle che in queste ore stanno dando "linfa" al motore agricolo mantovano.

"La Settimana Nazionale della Bonifica e dell'Irrigazione – concludono i presidenti consortili e il Wwf assieme – è l'occasione per dimostrare il valore di questo delicato equilibrio".

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