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50 ANNI DALL’ALLUVIONE ’66, IMPARARE DAL PASSATO - EDUCARE IL CITTADINI ALLA CULTURA DEL RISCHIO

Pubblicato il 09/06/2016

"Alluvione 1966: Imparare dal passato": su questo tema si è aperta a Venezia la tavola rotonda al centro della terza giornata del convegno internazionale "Citizen Observatories for Water Management", organizzato dall'Autorità di Bacino dei Fiumi dell'Alto Adriatico, sotto l'alto patrocinio della Commissione Europea, del Ministero per l'Ambiente e della Protezione Civile Nazionale. Cosa è cambiato in cinquant'anni?

Barbara Degani, sottosegretario al ministero per l'ambiente: "Il nuovo collegato ambientale mette al centro i distretti idrografici per una pianificazione di tutto il sistema acque. Finalmente non si subiscono gli eventi, ma si fa programmazione sia dal punto di vista tecnico, con la progettazione all'interno dei Contratti di Fiume, sia attraverso la tematica della resilienza, ovvero del coinvolgimento dei cittadini. Serve una vera educazione ambientale come abbiamo previsto nel progetto #labuonascuola e che sarà al centro di un convegno nazionale a Roma nel prossimo Novembre. L'ambiente deve diventare un tema fondamentale nell'educazione delle nuove generazioni."

Fabio Galiazzo, dirigente del settore "difesa del suolo" della Regione Veneto: "L'unico bacino di laminazione realizzato in Veneto risaliva agli anni '20, ma dopo il 2010 c'è stato un cambio di passo: dal 2014 è stato realizzato il grande bacino a Caldogno per la messa in sicurezza di Vicenza e molti altri interventi di questo tipo sono in corso anche attraverso il Piano per le Aree Metropolitane di #Italiasicura. La Direttiva Alluvioni europea ha incentivato attività di coinvolgimento della cittadinanza per diffondere la "cultura del rischio idrogeologico."

Francesco Vincenzi, presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue): "I consorzi di bonifica hanno contribuito a scrivere le nuove linee guida per le opere contro il dissesto idrogeologico e sono impegnati con interventi di manutenzione per oltre 600 milioni all'anno sulla rete idrografica minore. E' chiaro però che servono ben altri fondi per mettere mano al dissesto del Paese, con una programmazione a lungo termine e un nuovo approccio anche sul fronte urbanistico."

Achille Variati, sindaco di Vicenza: "A Ponte degli Angeli, nel centro di Vicenza, il livello del fiume Bacchiglione arrivò a 5 metri nel 1966, ma nel 2010 superò i 6 metri. Troppo poco era stato fatto nei decenni precedenti, ma oggi la città è attrezzata: c'è un grande bacino a Nord che la protegge, ma soprattutto è cambiata la cultura del rischio nei cittadini. Per primi al mondo, a Vicenza stiamo applicando il progetto "WeSenseIt", col quale il cittadino, utilizzando un telefono, può dare e ricevere informazioni. Ma le autorità devono dimostrare preparazione in caso di emergenza: se il cittadino si sente rassicurato da questa autorevolezza allora è anche disposto a lasciarsi coinvolgere." 

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