L'anta segreta di un vecchio armadio ha restituito una serie di documenti e libri molto rari, dal Cinquecento ad oggi, per Mantova e anche per le province limitrofe. Nasce così "Mantova delle Acque", la prima esposizione "saggio" degli archivi storici dei consorzi di bonifica mantovani a Palazzo San Sebastiano; qui si terrà l'inaugurazione venerdì 21 ottobre alle 18.30 e la mostra sarà visitabile sino al 18 dicembre. L'iniziativa è stata presentata oggi sull'arcipelago Ocno del Lago Inferiore.
"Di questo ritrovamento fortuito, avvenuto in gennaio nella sede del Consorzio di bonifica Territori del Mincio, ci ha stupito la qualità di quanto pian piano tornava alla luce – afferma Elide Stancari, presidente del Consorzio di bonifica Territori del Mincio, ente promotore della mostra assieme ai Consorzi di bonifica Terre dei Gonzaga in destra Po, Garda Chiese, Navarolo e Burana - Per questo, abbiamo deciso di affidarci ad uno storico, di ricontrollare tutti gli archivi, di catalogare i materiali e, quindi, di metterli a disposizione della collettività con l'esposizione 'Mantova delle Acque'. Tra loro spiccano un "gridario" cinquecentesco di Guglielmo I al figlio Vincenzo, ma anche un trattato fra l'imperatrice Maria Teresa d'Austria e la Serenissima di Venezia per l'utilizzo d'acqua del Tartaro, una planimetria ottocentesca dei giardini di Palazzo Te e le carte idrauliche dal Settecento alla metà del Novecento, tra cui un Mortier e una mappa del Seicento."
"Questa scoperta – afferma il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi – è arrivata nel momento giusto. Proprio ora abbiamo deciso di occuparci, con maggiore attenzione, del nostro paesaggio, delle nostre acque e dei nostri laghi per incoraggiare la rinascita del rapporto con la città. Abbiamo in mente tanti progetti per valorizzare il territorio; Mantova è una città ricca di memoria e questa mostra ci rende consapevoli della nostra identità. Vogliamo riqualificare intere aree abbandonate della città come Mantova Hub."
"Sono rimasto sbalordito nel vedere l'eccezionalità di quanto ritrovato. Un vero giacimento documentario - è questo il primo commento di Giancarlo Malacarne, direttore del periodico "Civiltà Mantovana", interpellato a cimentarsi con la valutazione storico e archivistica di quanto messo a disposizione dei consorzi di bonifica - Mantova la si può leggere con una nuova chiave di lettura, che è quella del suo impianto di derivazione e controllo delle acque. Una storia lunga secoli per affrancarsi dalle alluvioni, dalla malaria, ma anche per difendersi dall'esterno o irrigare nei mesi con maggiore siccità. Si tratta di documenti, che hanno una valenza storica e scientifica, certamente di grande impatto – aggiunge il professor Malacarne - E' un giacimento di informazioni, che ora mettiamo a disposizione di pubblico, esperti, università e studenti. L'obiettivo è che si possano valorizzare per quanto meritano e approfondirli con appositi studi."
Barbara Schiavinato e Claudio Archi, tecnici del Consorzio di bonifica Territori del Mincio, in questi mesi si sono cimentati nella raccolta e catalogazione del materiale che, così, è ora preservato da umidità e, soprattutto, oblio. La mostra gode, inoltre, del patrocinio di Regione Lombardia, Comune e Provincia di Mantova, Anbi, Anbi Lombardia ed è svolta col sostegno di Veolia e Gruppo Tea. E' inserita tra le iniziative di "Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016" anche a sostegno del progetto Unesco "La Civiltà dell'acqua in Lombardia".