"Il problema nasce dal famigerato viadotto, che doveva essere sistemato dal Comune di Cingoli - puntualizza il presidente del Consorzio di bonifica delle Marche, Claudio Netti - con fondi derivanti dall'aumento della bolletta dell'acqua, pagato dai cittadini per oltre 4 milioni e mezzo di euro: soldi che invece sono finiti nel calderone delle spese correnti comunali. Capisco che oggi sia forte la tentazione di trovare la via di fuga attraverso i finanziamenti per il terremoto nel tentativo di mettere a tacere una vicenda, che è chiara come il sole. Tuttavia pensavo che vi fosse un limite insuperabile e cioè il rispetto per quei comuni, che hanno visto devastato il proprio territorio. La verità è che la diga non ha registrato il benché minimo problema - sottolinea Netti - ed anche un eventuale crollo del viadotto, ascrivibile all'incuria del Comune, non provocherebbe alcun danno allo sbarramento. Insomma, non c'è alcun pericolo Vajont ed è assurdo anche solo pensarlo. Sfido il sindaco di Cingoli ad un confronto pubblico per porre fine ad una storia non edificante."