Dopo un inverno piu' caldo di quasi mezzo grado (+0,49°) con il 24% di pioggia in meno, l'Italia è a secco e la natura è in tilt: è quanto emerge da un'analisi di Coldiretti in occasione dell'arrivo della primavera e dalla quale si evidenzia che, ad aggravare la situazione, è un marzo asciutto dopo un febbraio, che in Italia si è classificato al sesto posto tra gli anni piu' caldi dal 1800, con la colonnina di mercurio che è risultata di 2,11 gradi superiore alla media del periodo.
La situazione di difficoltà, in cui versa il Paese, è evidente dalla situazione dei principali bacini idrografici del Paese a partire dal fiume Po, che fa segnare lo stesso livello idrometrico della scorsa estate ed inferiore di oltre un metro rispetto allo stesso periodo del 2016.
Le alte temperature hanno provocato l'esplosione contemporanea delle fioriture, causa di un'impennata delle allergie da polline. Primule, viole e margherite ricoprono i prati, mentre nelle campagne sono fioriti mandorli, albicocchi, peschi e tutte le piante da frutto. Alla bellezza del paesaggio si contrappone, però, una preoccupante mancanza di acqua, perché la pioggia e le nevicate invernali sono determinanti per ricostruire le riserve idriche, necessarie alla ripresa vegetativa.