Una quantità d'acqua recuperata e distribuita, che oscilla tra i 3,5 milioni e i 5 milioni di metri cubi, paragonabile a quella di un bacino di medio-grandi dimensioni, strategico in periodi siccitosi: finanziato dall'Unione Europea nell'ambito del Programma Life Plus Ambiente, il progetto ReQpro, interessante la provincia di Reggio Emilia, riutilizza, a fini irrigui, le acque reflue, in parziale sostituzione delle acque superficiali e di falda. Tale traguardo è stato raggiunto, sviluppando uno specifico modello di recupero e riuso per irrigare colture agrarie di pregio; le attività sono condotte presso il depuratore urbano, gestito dall'azienda multiservizi IRETI e le acque sono state distribuite e gestite dal Consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale.
L'impianto a pieno regime ha trattato circa 40.000 metri cubi d'acqua al giorno, pari ad una quantità variabile tra 3,5 e 5 milioni di metri cubi prodotti nel corso dei 120 giorni, nei quali si articola generalmente la stagione irrigua, dimostrando di poter potenzialmente soddisfare tutti gli ettari irrigabili nel territorio interessato, situato nella pianura a nord del depuratore di Reggio Emilia: una superficie di circa 2.000 ettari e più di 80 chilometri di canali. Le colture irrigate e controllate sono state mais, pomodoro, prato stabile, erba medica, barbabietola, melone e anguria, bagnate con tecniche a diversa efficienza idrica come lo scorrimento, l'aspersione e l'irrigazione a goccia.
"E' un'esperienza innovativa, concreta e positiva di riutilizzo delle acque reflue – commenta Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio (ANBI) – E' un settore, in cui l'Italia lamenta forti ritardi, più volte richiamati anche in sede comunitaria."