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ARRIVA IL SUPERDRONE

Pubblicato il 29/03/2017

E' con grande soddisfazione, ma soprattutto con il desiderio di iniziare in tempi rapidi ad utilizzare la nuova apparecchiatura tecnologicamente avanzata, che il Consorzio di bonifica di Piacenza ha presentato il nuovo sistema di pilotaggio remoto, meglio conosciuto come drone, che supporterà fattivamente l'attività dell'ente nelle diverse fasi operative, in cui è quotidianamente impegnato per la gestione capillare del territorio. All'interno di Urban Hub (incubatore di idee, giovani e tecnologia 4.0 made in Piacenza), infatti, il consorzio piacentino ha creato, lo scorso anno, Water Lab con l'intento di mettere a profitto ed ampliare il ricco bagaglio di conoscenze, dati ed esperienze, che consentiranno di poter disporre di big data territoriali completi: analisi idrologiche, morfologiche, catastali e paesaggistiche di straordinario valore sia sotto il profilo della prevenzione che sotto quello strettamente legato alla gestione delle emergenze climatiche.

Dopo aver indetto il bando di gara in autunno (vi hanno preso parte sei start up da tutta Italia), il Consorzio ha trovato in "Cyberfed", un  partner di qualità certificata a livello europeo e  l'ideale esecutore materiale del progetto; questa "start up"  ha collaborato sinergicamente anche con le professionalità di "Urban Hub" e che hanno provveduto a loro volta al confezionamento di una importante componente del drone mediante l'utilizzo della stampante 3D. La sofisticata apparecchiatura è stata consegnata dal fondatore di Cyberfed, Giampietro Fedrigoni, al presidente del Consorzio di bonifica di Piacenza, Fausto Zermani e allo staff di Water Lab; tra i numerosi impieghi, il drone verrà fatto volare con lo scopo di ottenere, in tempo reale, fotogrammi aggiornati, fedeli al millesimo rispetto ad una realtà ambientale, che è in progressivo mutamento. Inoltre produrrà immagini video georeferenziate per mappare con precisione e in tipologia 3D il comprensorio di bonifica e, più in generale, l'intero territorio piacentino. Il perimetro di volo potrà essere programmato in base alle necessità segnalate dall'ufficio tecnico del Consorzio: necessità molteplici, che variano durante il corso dell'anno, ma che comprendono in ogni caso la costante rappresentata dall'analisi accurata e approfondita dell'area considerata. Nel corso del tempo, il drone potrà avvalersi di ulteriori applicazioni come sensori adatti a svolgere determinate funzioni analitiche specifiche. Per esempio per quello che riguarda l'analisi di frane, l'attuale configurazione con fotocamera e' ottimale e, utilizzando la navigazione automatica, si potranno realizzare foto-frame ravvicinati, in grado di essere successivamente elaborati e ricostruiti con un software per analizzare le dimensioni e i volumi di terreni sconnessi, franosi o di smottamenti. Inoltre sarà possibile l'uso per le misurazioni e le stime delle falde acquifere a diverse profondità o delle percentuali di umidità delle colture, mediante l'impiego di termo-camera ad hoc. 

Per realizzare questo esemplare di drone, che offre alti standard di sicurezza e che si inserisce nella categoria "esacottero" (a 6 bracci, 6 motori e 6 eliche), materialmente sono serviti circa due mesi di lavoro. Il drone consentirà in futuro di trasportare altri e diversi sensori anche contemporaneamente per le diverse statistiche. Questa configurazione prevede già due distinte stazioni di controllo a terra per consentire al pilota di gestire i movimenti rapidi del drone e al tecnico video di controllare contemporaneamente la foto/videocamera. Le immagini riprese dal drone saranno trasmesse subito a terra e visualizzate su un monitor a disposizione del pilota e degli assistenti. Sarà anche possibile trasmettere le immagini in diretta sulle varie piattaforme social per informazione e condivisione dei contenuti (Facebook, You Tube ecc.) in qualsiasi parte del mondo e soprattutto a disposizione di quegli operatori chiamati a prendere decisioni utili, in caso di contesti straordinari di emergenza ambientale (alluvioni, frane, terremoti, siccità). Il Super Drone dispone di un sistema parallelo di "terminazione del volo" (in pratica, un ulteriore trasmettitore a terra) che, in caso di avaria grave dell'apparecchiatura, provvede a spegnerlo nell'immediato e a farlo atterrare in sicurezza, grazie ad uno speciale paracadute installato al suo interno. La sicurezza è stata un punto essenziale nella fase di progettazione del sistema; in questo modo, le dotazioni a bordo consentiranno di effettuare anche quelle riprese, che vengono tuttora definite "operazioni critiche", soprattutto in prossimità dei centri abitati, degli opifici industriali, sulla rete viaria e vicino ad infrastrutture. Diversi  collaboratori del Consorzio di bonifica di Piacenza stanno affrontando il percorso di formazione destinato ad ottenere l'attestato di "pilota di APR", rilasciato per conto dell'Ente Nazionale dell'Aviazione Civile. A coordinare le linee guida, un decano tra gli esperti del settore di pilotaggio dei droni, il piacentino Gian Francesco Tiramani, che sta affiancando il Consorzio di bonifica in questo percorso virtuoso.

"La tecnologia – afferma il presidente del Consorzio, Fausto Zermani – ci aiuta notevolmente a migliorare gli standard operativi sul territorio, offrendo ai nostri tecnici una ricca e completa  panoramica di statistiche, difficilmente pensabile fino a poco tempo fa. L'innovazione applicata è il futuro  ma, per chi ha lo slancio di adottarla, è già il presente. Il Consorzio di bonifica di Piacenza, nell'ultimo periodo, ha investito competenze professionali e risorse nell'incremento delle strumentazioni tecnologiche: oggi con il telecontrollo dell' estesa rete di bonifica, con l'impiego del drone per il rilevamento e monitoraggio, con il sistema Web Gis, abbiamo la lettura complessiva ed esaustiva del contesto, in cui siamo chiamati ad operare quotidianamente per la sicurezza e la difesa delle nostre comunità e dell'economia locale."

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