Si è riunito nei giorni scorsi, a Parma, l'Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici del Distretto Idrografico del Po, che ha preso atto della permanenza di uno stato di crisi, che si sta facendo più preoccupante a fronte di scarsi fenomeni piovosi. I lavori sono ruotati attorno alla posizione di ANBI (espressa dal Direttore Generale, Massimo Gargano) rispetto alla proposta di una riduzione dei prelievi idrici del 5% sull'intera area del bacino del Po come misura per poter attuare il Piano di Gestione del Distretto Idrografico. Gargano ha richiamato i lavori del tavolo insediato al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali sul costo dell'acqua e di quello, presso il Ministero dell'Ambiente, focalizzato sulle tematiche connesse alle riduzioni di risorsa idrica in relazione all'impatto ambientale.
L'orientamento che ha espresso è stato quello di attendere la chiusura dei momenti di confronto a livello ministeriale e poi di confrontarsi con le Linee Guida che da entrambi verranno prodotte in quanto conterranno certamente indicazioni non solo sugli impatti nell'uso ma anche le esternalità positive derivanti dalla pratica irrigua – restituzione, ritardo nella fluenza a mare, ricarica della falda, risorgive, miglioramento della qualità dell'acqua restituita, ecc – ma anche le buone pratiche virtuose realizzate dai Consorzi di bonifica, quali ad esempio la miscelazione con le acque reflue, gli investimenti fatti con i P.S.R. ed il P.N.S.R., la realizzazione di aree di fitodepurazione, l'utilizzo del Consiglio Irriguo, IRRIFRAME e IRRISAT.
Solo successivamente sarà possibile agire nella giusta direzione senza penalizzare il reddito delle imprese agricole ed i valori ambientali e paesaggistici dei territori.