Il modello dei consorzi di bonifica italiani e la loro gestione del territorio sono stati oggetto dell'incontro, che una delegazione israeliana (ospite dell'Autorità di bacino del Tevere e composta da rappresentanti del Ministero dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, delle Autorità di Drenaggio dei bacini Sud Giordano, Kishon ed Arava) ha tenuto nella sede ANBI, a Roma.
Dopo l'illustrazione generale dell'attività dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), gli ospiti hanno focalizzato l'attenzione su due case-history: la sistemazione, grazie anche alla realizzazione di casse di laminazione, dei bacini del fosso Renaro e del fiume Topino a salvaguardia idraulica dei comuni di Spello, Assisi, Bevagna e Cannara, in Umbria, per iniziativa del Consorzio di bonifica Tevere-Nera; l'evoluzione del comprensorio laziale del Consorzio di bonifica Maremma Etrusca e gli interventi realizzati per la messa in sicurezza idrogeologica di un territorio che, a causa di un'eccessiva e spesso incontrollata urbanizzazione, era esposto a ricorrenti eventi alluvionali.
"L'attenzione, che un Paese all'avanguardia nella gestione delle risorse idriche, come Israele, riserva alla nostra esperienza – sottolinea Francesco Vincenzi, presidente ANBI - ci riempie di soddisfazione ed evidenzia la modernità di un modello sussidiario di gestione del territorio, quale è quello realizzato dai Consorzi di bonifica."