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L’ACQUA SCARSEGGIA

Pubblicato il 06/06/2017

Le modeste piogge di lunedì notte, pari a pochi millimetri, non hanno fatto cessare le preoccupazioni: se non pioverà sarà emergenza.

Le falde sono molto basse, le risorgive ridotte ai minimi termini e l'assenza di neve in montagna non dà, al fiume Brenta, grandi potenzialità.

"E' bene quindi avvisare fin d'ora - afferma il presidente del Consorzio di bonifica Brenta, Enzo Sonza - che potrebbe essere difficile garantire la stagione irrigua, essenziale per l'agricoltura del comprensorio e al contempo assicurare un adeguato livello d'acqua nei canali, che pure ospitano fauna ittica."

In particolare, a causa di un inverno particolarmente siccitoso, il sistema di canali alimentati dalle risorgive risente ancor oggi di portate nettamente limitate rispetto alla consuetudine.

"Le situazioni di criticità idrica potrebbero anche portare ad eventuali, malaugurate morie di pesce - prosegue il presidente Sonza - A tal fine abbiamo già avvisato le Province e le associazioni dei pescatori."

Già a fine aprile si era verificata una situazione di incipiente crisi del sistema idrico: le derivazioni d'acqua nei canali erano arrivate addirittura a valori di portata, pari a metà di quelli medi stagionali e nel Brenta la situazione non era migliore con valori di deflusso molto ridotti. Le piogge di fine aprile/primi di maggio avevano concesso una tregua. Le portate nel Brenta, provenienti dalle zone montane, erano risalite ed il bacino del Corlo, che trattiene le acque del torrente Cismon (principale affluente del Brenta) si è riempito, costituendo una preziosa riserva d'acqua per l'estate. Esso, tuttavia, può assicurare, nei momenti di caldo, un'autonomia solo di 20/30 giorni.

La anomala siccità era stata riscontrata ancor prima; infatti già da dicembre, il Consorzio di bonifica Brenta aveva dovuto "mettere in asciutta straordinaria" una serie di canali in una vasta area.

D'altro canto, il Consorzio ha costantemente lavorato, in inverno e in primavera, con una serie di interventi preparatori alla stagione irrigua e svariati lavori in campagna su canali, manufatti ed impianti. Questo notevole impegno rischia di essere vanificato, se il clima non cambierà.

Restano, quindi, forti preoccupazioni per la stagione irrigua, tanto che la Regione Veneto ha emesso recentemente un'ordinanza presidenziale, dichiarando lo stato di crisi idrica ed imponendo una serie di azioni. Si tratta tuttavia di provvedimenti emergenziali, pur condivisibili, quando da anni i Consorzi di bonifica hanno proposto, inascoltati, una serie di opere idrauliche di grande importanza.

In particolare, torna d'attualità la realizzazione del nuovo serbatoio sul torrente Vanoi, affluente del Brenta in zona montana, in modo da costituire una riserva d'acqua, di cui, in stagioni come questa, si sente l'assenza. Anche la trasformazione irrigua consentirebbe notevoli risparmi idrici, ma è ormai da parecchi anni che non sono previsti finanziamenti pubblici per la realizzazione di questo tipo di opere. A giugno è previsto un bando del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ma i fondi a disposizione rischiano di non bastare per tutte le richieste, che perverranno a livello nazionale.

"Se proseguirà questa situazione - conclude il presidente del Consorzio Brenta - come nel 2015 probabilmente saremo costretti a turnare le rogge, in particolare quelle della zona alta per far arrivare acqua a quelle più a valle, dove le risorgive sono in forte crisi. Per questo, invito gli agricoltori ad utilizzare, in questi giorni, il più possibile i propri turni irrigui e ad irrigare, perché fra una settimana o due in alcune zone potremmo essere costretti al provvedimento di sospensione."

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