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CALDO GIUGNO SPINGE SICCITA’ E INCENDI

Pubblicato il 04/07/2017

Giugno "bollente" in Italia, dove le temperature massime sono risultate superiori di 3,1 gradi alla media di riferimento, salendo a 27,4 gradi, mentre le precipitazioni sono risultate in calo del 25,6%, aggravando la siccità nei campi e alimentando gli incendi. E' quanto afferma Coldiretti sulla base del bilancio finale Ucea sul pazzo mese di giugno e che evidenzia una situazione di criticità diffusa sul territorio, dove ha provocato nelle campagne danni stimati in un miliardo di euro. La situazione peggiore si registra al Centro Italia, dove la pioggia si è più che dimezzata (-56,1%), mentre la colonnina di mercurio è salita a 29,3 gradi (ben 3,7 gradi in più rispetto al normale). "Boccheggia" anche il Sud, dove le temperature massime sono arrivate a 28,9 gradi (+2,5 gradi), favorite anche dal -41.5% di precipitazioni.
E' caldo anomalo anche al Nord, dove si sono registrati 25,1 gradi (3,6 in più rispetto alla media del periodo), mentre manca all'appello il 26,9% di pioggia. Una situazione, che rende sempre più pesante il bilancio dei danni. In Toscana, nella provincia di Siena, è allarme allevamenti a causa della mancanza di acqua e foraggi per gli animali, letteralmente bruciati dal gran caldo ma, su tutto il territorio regionale, la produzione di cereali è crollata del 40%, con punte del 70% nel mais; foraggi, ortaggi, pomodoro da industria e frutta sono diminuiti fino al 50%. I girasoli e il granoturco stanno seccando in Umbria e nelle Marche, ma in difficoltà sono anche ampie aree del Lazio, dove la produzione di frumento risulta stentata, con pesante contrazione dei raccolti. Soffrono anche ortaggi, frutta, pomodori. Brucia letteralmente il Sud a causa degli incendi con il bilancio dei danni piu' pesante in Sicilia, dove si contano danni per milioni di euro tra animali morti, ettari di terreno bruciati e strutture devastate.
Gravissimi problemi si registrano anche dalla Puglia alla Calabria, dall'Abruzzo alla Campania, dal Molise alla Basilicata, dove il crollo dei raccolti nelle campagne (dal grano al pomodoro fino alle olive) mette a rischio gli investimenti avviati per l'annata agraria, con una diminuzione del livello occupazionale per il calo delle giornate lavorative, offerte dall'agricoltura. Ai problemi di siccità al Nord, si sono aggiunti quelli causati da nubifragi e grandine, con le campagne devastate "a macchia di leopardo" dalla Lombardia fino al Veneto. 

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