Tutti i dati diffusi dalle maggiori istituzioni di monitoraggio sull'andamento climatico sono concordi nel definire l'annata in corso come una delle più siccitose dell'ultimo secolo: l'estate 2017 è risultata la più torrida dal 1800 dopo quella del 2003. Il caldo, che ha soffocato l'Italia, non ha risparmiato né la Sardegna, né la Gallura dove, secondo i dati diffusi del Distretto Idrografico della Sardegna, i livelli d'acqua presenti all'interno della diga del Liscia si sono drammaticamente ridotti e non fanno ben sperare per la prossima stagione irrigua, che rischia di non poter essere garantita.
Per programmare un'azione di prevenzione contro gli effetti della mancanza di piogge, lo scorso inverno l'Autorità di Bacino della Sardegna ha istituito una cabina di regia sulla siccità per analizzare le possibili soluzioni volte alla captazione di nuova risorsa idrica. In quella sede, il Consorzio di bonifica della Gallura ha presentato due progetti, di facile realizzazione e dai costi contenuti, capaci di incrementare la quantità d'acqua necessaria agli usi irrigui e di preservare quella presente nella diga del Liscia.
Il primo progetto, localizzato sul rio Podrongiano, prevede un duplice intervento: il lotto 1 è già stato finanziato dalla Regione Sardegna ed il Consorzio ne sta elaborando la progettazione esecutiva, propedeutica all'appalto dei relativi lavori, mentre il lotto 2, pur essendo stato deliberato dalla giunta regionale nel luglio 2017, ancora oggi non ha ottenuto le relative risorse finanziarie. Sul secondo progetto, localizzato sul monte Tova, tutto tace; eppure, dalle carte progettuali emerge la possibilità di captare una quantità di risorsa irrigua stimata, per difetto, in 8 milioni di metri cubi, con possibilità di immetterla direttamente nel canale adduttore.
«Da tre anni il territorio gallurese è vittima di una siccità senza precedenti - afferma il presidente del Consorzio di bonifica, Marco Marrone. La mancanza di precipitazioni, che ha caratterizzato gli ultimi nove mesi, ha comportato un uso importante delle riserve idriche, presenti nel bacino del Liscia e, senza un inverno particolarmente piovoso, la prossima stagione irrigua, di fatto, rischia di essere già compromessa. L'unica soluzione possibile per garantire un futuro certo all'irrigazione, quindi al comparto agricolo gallurese, è quello di incrementare la captazione dell'acqua attraverso il finanziamento e la realizzazione dei progetti già dichiarati idonei dall'autorità di bacino. A questo proposito - conclude Marco Marrone - il pieno finanziamento dell'opera sul rio Podrongiano e dei lavori sul monte Tova sono due momenti cruciali e imprescindibili per il futuro del nostro territorio.»