E' stato un convegno ricco di contenuti e molto partecipato quello organizzato ad Urbino dal Consorzio di bonifica delle Marche sul tema della mitigazione del rischio idrogeologico. Un pubblico attento, fatto di esperti, ricercatori e professionisti ha potuto apprezzare il quadro disegnato dagli studi compiuti dalle Università di Urbino e Camerino, che hanno analizzato il rischio idro-geomorfologico nei fiumi marchigiani, individuando le situazioni più critiche e le possibili soluzioni, come quella della creazione di aree naturali di esondazione.
Molto soddisfatto dei risultati ottenuti si è dichiarato il presidente del Consorzio, Claudio Netti, ma anche il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, che ha lodato l'ente di bonifica per il lavoro svolto fino ad ora.
"Il Consorzio è stato un partner eccezionale per la Regione – ha ammesso pubblicamente il Governatore - realizzando opere importantissime come le stalle post terremoto, con precisione, serietà e puntualità, sbloccando una situazione delicatissima. La creazione del Consorzio unico regionale per la gestione dei corsi d'acqua minori è una scommessa certamente vinta. Sono stati realizzati tanti interventi per dare sicurezza e contemporaneamente lavoro a molte aziende locali. Per questo la nostra collaborazione si sta consolidando, in modo da uscire dalla logica dell'emergenza per attuare quella della prevenzione. Quando siamo arrivati in Regione ci siamo accorti che le risorse disponibili c'erano, ma non venivano spese – ha ammesso Ceriscioli - Non deve più accadere e grazie al Consorzio ci stiamo riuscendo. Sono convinto che ci troviamo in una fase interessante, con tante risorse più che in passato e con strumenti all'avanguardia per lavorare bene. Ora possiamo avviare il cantiere più grande, ma frazionato su tutto il territorio regionale, mettendo in moto tante aziende locali, così da diventare un modello per buone pratiche."
"Il Consorzio sta facendo progetti importanti – gli ha fatto eco Claudio Netti – per rendere il territorio più sicuro. Stiamo giocando una partita in 3 tempi. Il primo è quella della conoscenza. Oggi abbiamo presentato un lavoro svolto in 2 anni, mettendo insieme Regione, università e quel mondo, che il Consorzio rappresenta, includendo anche i sindaci dei Comuni marchigiani. Il secondo è quello della progettazione in tempi brevi, ma progettazione di qualità, nel rispetto delle direttive di "#italiasicura", in cui il 20% delle risorse deve essere impiegato per la tutela ambientale. Il terzo tempo è quello degli interventi sempre nel rispetto dell'ambiente, che è la vera risposta, che si può dare al territorio . Posso quindi riassumere con il titolo di un convegno, che abbiamo organizzato: Noi vogliamo produrre cibo di qualità, in un territorio sano."
Incisivo è stato anche l'intervento del direttore dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, Massimo Gargano.
"All'estero siamo molto stimati, con ottimi professionisti, che vengono chiamati a fare opere d'avanguardia – ha chiosato Erasmo D'Angelis, segretario generale dell'Autorità di Distretto Idrografico dell'Appennino Centrale – Eppure fino ad ora non siamo riusciti a concretizzarle nel nostro Paese. Viviamo un paradosso impressionante. Nel '66 abbiamo avuto le alluvioni più devastanti, di cui Firenze è il simbolo. Subito dopo, in Europa si è lavorato a grandi opere per contenere i danni. In Italia invece si è continuato ad edificare sulle rive dell'Arno,: abbiamo fatto l'opposto. Bisogna lasciarci alle spalle questa storia negativa. Vent'anni fa l'Europa impose di creare i distretti idrografici. Ora dobbiamo riuscire a fare questa riforma. Vogliamo fare partire una grande progettazione con le università e le Regioni per avere il quadro migliore possibile su cosa andrà fatto.".
"E' stato un convegno importante – ha concluso Michele Maiani, presidente dell'assemblea del Consorzio di bonifica e coordinatore degli interventi - Le parole del presidente Ceriscioli ci lusingano e ci obbligano a un sempre maggiore impegno. Ora il Consorzio vuole allargare la sua azione: dalla gestione del reticolo idrografico minore alla totalità dei corsi d'acqua regionali, coinvolgendo sempre più la conoscenza delle università e in continuo confronto con l'autorità idraulica. Da parte nostra metteremo a disposizione la capacità progettuale e realizzativa."