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LE AZIONI REGIONALI PER LA SICUREZZA IDRAULICA DEL PIAVE

Pubblicato il 06/12/2017

All'indomani dell'alluvione del 2010, la Regione Veneto predispose un piano complessivo di mitigazione del rischio idraulico con interventi per oltre 3 miliardi di euro. Nel bacino del fiume Piave ad oggi sono stati programmati 505 interventi per un importo totale di quasi 109 milioni di euro, per oltre l'80% già conclusi. La parte restante è in fase di appalto o di esecuzione. Il dato è stato reso noto a Palazzo Balbi, nel corso della presentazione delle azioni regionali per la sicurezza idraulica del Piave, da parte dell'assessore veneto all'ambiente, Gianpaolo Bottacin, di Francesco Baruffi, Gegretario Generale del Distretto di Bacino delle Alpi Orientali e di Luigi D'Alpaos, docente all'Università di Padova.

"In buona parte – afferma Bottacin – si tratta di opere di ordinaria e straordinaria manutenzione, ma che sono di fondamentale importanza, tanto quanto possono esserlo gli interventi strutturali. I criteri, con cui stiamo intervenendo, sono l'indice di rischio evidenziato dalle analisi tecniche e la disponibilità di finanziamenti, soprattutto quelli trasferiti dallo Stato. E' essenziale che queste opere vengano fatte con continuità, anche se non hanno grande visibilità, per ridurre al minimo il rischio"

Da parte sua Baruffi ricorda che nel Progetto di Piano Stralcio per la Sicurezza Idraulica del Medio e Basso Corso del Piave, redatto dall'Autorità di Bacino, sono previsti anche interventi strutturali, tra cui la realizzazione di casse di espansione e laminazione delle piene. Il Ministero dell'Ambiente ha ora finanziato con 1.600.000 euro la redazione del progetto esecutivo per le "Casse di espansione per le piene del fiume Piave in corrispondenza delle Grave di Ciano – Spresiano". Tale progettazione – sottolinea Baruffi - individua le opere, che risultano avere miglior rapporto costo/benefici in termini di riduzione del rischio, migliori condizioni di fattibilità e minore impatto ambientale; una volta realizzate, le casse di Ciano dovrebbero garantire una riduzione del colmo di piena di circa 500 metri cubi al secondo.

D'Alpaos, soffermandosi sulle criticità del Piave, fa infine presente che questo è un importante passo, ma ancora insufficiente a dare sicurezza al basso corso del fiume. E' importante che si continui su questa strada, facendo chiarezza anche sulle valutazioni circa l'effettiva capacità di portata. Ciò condiziona gli interventi da realizzare, ma su questi temi servono stime rigorose in termini ingegneristici.

"Non abbiamo bisogno di improvvisatori", chiosa D'Alpaos.

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