Il convegno, che ANBI Veneto ha organizzato a Padova, in occasione del salone fieristico Flormart e dal titolo "Paesaggi fluidi: come l'acqua disegna i territori", ha posto l'attenzione sull'importanza della corretta gestione idrica non solo per il paesaggio, ma anche per rafforzare il senso di comunità. L'acqua, infatti, disegna i territori ma anche l'identità di chi li abita.
La gestione responsabile della risorsa idrica è fondamentale, non solo perché permette alle terre di essere fertili e produttive, ma anche perché ad essa è correlato gran parte del patrimonio immateriale di conoscenze, tradizioni, mestieri, con ricadute fondamentali sulla qualità della vita.
L'irrigazione, in tal senso, è l'esempio di come una pratica, che ha un obiettivo preciso (nutrire i terreni per favorire le colture), di fatto generi anche fondamentali servizi ecosistemici correlati: cultura del cibo, turismo, benessere, ma anche qualità della produzione di beni e servizi.
L'indiscriminato consumo del suolo (il Veneto è la seconda regione in Italia in questa poco invidiabile classifica) non ha solo l'effetto di sottrarre terreno alle colture e alla vegetazione, ma compromette anche le dinamiche di vita quotidiana di chi vi abita. Paesaggi inospitali causano la disaffezione dei cittadini per la propria terra e in generale per l'ambiente.
I soggetti che, direttamente o indirettamente, collaborano alla sicurezza del territorio (consorzi di bonifica, agronomi, architetti paesaggisti, pianificatori, ecc.) ne tutelano così, direttamente o indirettamente, anche l'identità.
Al simposio (coordinato dal Direttore, Andrea Crestani e concluso dal Presidente di ANBI Veneto, Giuseppe Romano) sono intervenuti Elisabetta Novello, docente di Storia dell'Economia dell'Università degli Studi di Padova; Endri Orlandin, pianificatore dell'Università IUAV di Venezia; Laura Mosca, architetto e direttore dell'Osservatorio Locale per il Paesaggio del Delta del Po.